Un capitolo dimenticato della storia ferroviaria campana, incastrato nel cuore del Vallo di Diano, ha riacquistato un’eco vibrante, sebbene in forma celebrativa, grazie a un’iniziativa dedicata alla locomotiva a vapore del 1911.
Questo gigante di ferro, testimone silente dell’epoca d’oro della linea Sicignano-Lagonegro, ha compiuto il suo ultimo viaggio prima di trovare dimora a Polla, ove giace attualmente, parcheggiata in un’area di largo della stazione.
Il trasferimento, avvenuto nel 1987 in concomitanza con il centenario della linea, segnò anche la sua definitiva dismissione, lasciando un vuoto nel tessuto sociale e paesaggistico del territorio.
La locomotiva, divenuta da allora un potente emblema di identità e memoria collettiva, è stata acquisita dal Comune di Polla, che ne ha curato ripetuti restauri, sebbene l’area circostante, di proprietà di Ferrovie dello Stato, continui a soffrire di un preoccupante stato di degrado e abbandono, una ferita aperta nel paesaggio.
Questo contrasto tra l’impegno locale nella preservazione del bene e l’inerzia delle istituzioni nazionali sottolinea una problematica più ampia riguardante la valorizzazione del patrimonio industriale dimenticato.
L’associazione Voltapagina, forte del sostegno dell’otto per mille della Chiesa Valdese e del CSV Sodalis Salerno, ha promosso un evento di profonda valenza culturale e civica, nell’ambito del progetto “Futuro Remoto”, un’ambiziosa iniziativa volta a riscoprire e riqualificare luoghi storici e marginali di Polla.
La giornata ha visto la partecipazione attiva di numerosi volontari e membri della Pro Loco, impegnati nella pulizia e riqualificazione dell’area dismessa, un gesto simbolico di riconquista del territorio.
Il pomeriggio si è arricchito con una suggestiva performance artistica, “Eppur si muove”, ideata e guidata dall’artista Ulderico Di Domenico.
Decine di persone, in un gesto corale e partecipativo, hanno mosso simbolicamente la locomotiva, imprimendole forza e vitalità attraverso i propri corpi, in una metafora potente del desiderio di riscatto e di rinascita.
Il concerto acustico del duo Michele Cancro e Alessia Mazzariello ha concluso la giornata con un repertorio eclettico che ha fuso influenze diverse, da Amy Winehouse a Pino Daniele, culminando in interpretazioni di classici del canto napoletano, creando un’atmosfera di festa e condivisione.
L’iniziativa, nata dall’ingegno e dalla passione di giovani del territorio, rappresenta un esempio virtuoso di come la memoria storica, l’arte e la partecipazione civica possano convergere per restituire dignità e centralità a un luogo carico di significato, non solo come testimonianza di un passato industriale, ma anche come motore di sviluppo culturale e sociale per la comunità.
Il progetto “Futuro Remoto” aspira a trasformare questa esperienza in un modello replicabile, per avviare un processo di riscoperta e valorizzazione del patrimonio industriale e culturale del Vallo di Diano, offrendo nuove opportunità di crescita e di dialogo tra le generazioni.