La celebrazione della festa in onore della Madonna Bruna, Patrona di Matera, si dispiega quest’anno nell’arco di un giorno eccezionalmente lungo, un’immersione profonda nella fede, nelle tradizioni secolari e nell’identità lucana. La ricorrenza, giunta alla sua 636ª edizione, attira a Matera un flusso imponente di fedeli e visitatori, animando la città dei Sassi in un’esperienza che fonde spiritualità, folklore e spettacolarità.L’alba, colta in una Messa solenne in Piazza Duomo, sancisce l’inizio ufficiale, preludio alla processione dei “Pastori”, un omaggio ancestrale a coloro che un tempo, con i loro greggi, animavano i quartieri scavati nella roccia. Un fiume umano, evocando il movimento antico dei pastori diretti verso i pascoli, accompagna l’effige della Bruna, un’opera d’arte policroma su rame, attraverso le vie della città. La processione è un caleidoscopio di elementi: canti devozionali, preghiere sussurrate, la presenza di figuranti che rievocano le vesti dei pastori, l’innocenza degli animali da cortile – asini, pecore e capre – e l’entusiasmo dei giovani che indossano i colori della festa. I fuochi d’artificio, come note musicali nell’aria, punteggiano il corteo, anticipando la grandiosità degli eventi serali.Al termine della processione, che culmina al Santuario di San Francesco da Paola, si susseguono riti e simbolismi. Un raduno di cavalieri a cavallo celebra il legame profondo tra la comunità e la Patrona, mentre il generale del Corpo, Angelo Raffaele Tataranni, viene solennemente vestito presso la chiesa del Carmine a Palazzo Lanfranchi, per poi raggiungere la Cattedrale con un accompagnamento di trombe. L’immagine della Madonna con il Bambinello viene poi trasferita in processione al rione Piccianello, in preparazione alla processione serale e all’esibizione del carro trionfale.Quest’anno, la Madonna Bruna si presenta rinnovata, vestita con un abito creato dal talento dello stilista lucano Michele Miglionico e adornata da una nuova corona d’oro, frutto della maestria dell’orafo materano Francesco Iacovone. Il carro trionfale, un capolavoro di cartapesta ideato dall’artista Francesca Cascione e ispirato al tema evangelico “Mio Signore e mio Dio, tu mia speranza,” rappresenta un punto focale della celebrazione. Sotto un cielo illuminato da luminarie, il carro, trainato da quattro coppie di muli e protetto da una guardia di cavalieri, percorre le vie della città, culminando nei tradizionali “tre giri” in Piazza Duomo, un atto di comunione e riconoscimento.Il culmine della festa si raggiunge con l’assalto e lo “strazzo” in Piazza Vittorio Veneto, un rituale carico di significato, che si colloca in un contesto di sacralità e profanità. In quest’anno giubilare, la distruzione del manufatto rappresenta un segno di speranza e prosperità per l’anno a venire, un gesto simbolico di rinnovamento che lega la comunità alla sua storia e alle sue tradizioni. È il compimento di un percorso spirituale e culturale, un’espressione vibrante dell’identità materana.
Madonna Bruna: Fede, Tradizione e Spettacolo a Matera
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