La gestione delle patologie croniche, un’emergenza demografica e sociale crescente, esige un ripensamento radicale del paradigma assistenziale. Non si tratta più di applicare protocolli standardizzati, ma di costruire percorsi terapeutici complessi, capaci di abbracciare la totalità dell’individuo e il suo contesto vitale. Questa visione, esplicitamente promossa durante il recente congresso dell’Associazione Italiana Donne Medico (AIDM) in Matera, sottolinea l’urgenza di un approccio integrato che vada ben oltre la mera gestione dei sintomi.L’assessore regionale alla Salute, Cosimo Latronico, ha efficacemente delineato come la medicina di genere non possa più essere relegata a una nicchia specialistica, bensì debba costituire un cardine fondamentale per la costruzione di un sistema sanitario più equo, sicuro e realmente personalizzato. Questo significa riconoscere e agire sulle differenze intrinseche tra uomini e donne, non solo a livello biologico – fisiologia, risposta farmacologica, predisposizione a specifiche malattie – ma anche e soprattutto a livello socioculturale. Le esperienze di vita, i ruoli sociali, le aspettative culturali plasmano in modo significativo la salute delle donne e degli uomini, influenzando i comportamenti, l’accesso alle cure e la percezione della malattia.L’impegno della Regione Basilicata si traduce in un potenziamento strategico della rete territoriale, orientata a un modello multidisciplinare. L’obiettivo è quello di superare la frammentazione dell’assistenza, promuovendo la collaborazione tra diverse figure professionali – medici di medicina generale, specialisti, infermieri, psicologi, assistenti sociali – per offrire un supporto olistico che tenga conto delle dimensioni fisiche, emotive, sociali ed economiche della malattia cronica. Un aspetto cruciale è l’investimento nella prevenzione, intesa non solo come screening per la diagnosi precoce di patologie, ma come promozione di stili di vita sani, educazione alla salute e empowerment dei pazienti. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) offre un’opportunità unica per accelerare questo processo, finanziando progetti innovativi per la telemedicina, la formazione del personale sanitario e lo sviluppo di nuove tecnologie per l’assistenza domiciliare.L’AIDM, con il suo congresso, si conferma un osservatorio privilegiato per il dibattito sul ruolo delle donne nella medicina e per la promozione di un cambiamento culturale profondo all’interno del sistema sanitario. Questo cambiamento non è solo una questione di genere, ma un imperativo etico e sociale che impone di ripensare il modello di cura, mettendo al centro la persona, la sua dignità e le sue aspirazioni. È necessario un cambio di paradigma che riconosca il paziente non come un destinatario passivo di cure, ma come un protagonista attivo nel suo percorso di salute e benessere. La sfida è quella di trasformare il sistema sanitario in un’organizzazione capace di rispondere in modo efficace e compassionevole alle esigenze di una popolazione sempre più anziana e affetta da malattie croniche.
Malattie Croniche: Riorganizzare l’Assistenza, al Centro la Persona
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