Il sole di Matera, implacabile, martella la città con una calura inesorabile, superando i quaranta gradi in un abbraccio soffocante.
L’aria, densa e immobile, amplifica la percezione del calore, spingendo i visitatori – un mosaico di nazionalità e accenti – a ricercare un sollievo immediato.
Molti, armati di un’inconfondibile “paglietta” e di un ombrellino, quasi rituali estivi, si rifugiano nel cuore lapideo dell’Ipogeo di Piazza Vittorio Veneto.
Qui, il “Palombaro Lungo” si rivela un’oasi di frescura, un’imponente testimonianza ingegneristica ottocentesca.
Questa gigantesca cisterna, un tempo serbatoio vitale per l’approvvigionamento idrico della città, ora accoglie i turisti in un silenzio ancestrale, amplificato dalle volte a botte che rimandano un eco di tempi passati.
La luce fioca, filtrata dalle aperture in alto, danza sulle pareti umide, creando un’atmosfera suggestiva, quasi mistica, in netto contrasto con l’aridità esterna.
Paradossalmente, l’attrattiva più iconica di Matera, i Sassi, si svuotano sotto il sole cocente.
L’impegno necessario per percorrere le viuzze tortuose e salire i gradini scavati nella roccia, un tempo vie di accesso alle abitazioni e alle botteghe, si fa arduo.
La temperatura qui è ancora più implacabile, il sole più diretto, e il paesaggio, seppur affascinante, si rivela un banco di prova per la resistenza fisica.
La popolazione locale e i visitatori più pragmatici, invece, si riversano nei locali climatizzati, dove il brusio delle conversazioni si mescola al ronzio confortante dell’aria fresca.
Bar e negozi diventano rifugi temporanei, luoghi di ristoro e socializzazione, simboli di un comfort moderno che contrasta con la storia millenaria che avvolge Matera.
Il contrasto è netto: un’antica civiltà di resilienza, forgiata nel caldo e nella povertà, si confronta con la ricerca di un sollievo immediato, una necessità dettata dalla modernità e dalla crescente sensibilità al disagio termico.
Si percepisce, quindi, un dualismo tra l’esperienza autentica e la ricerca del comfort, un dilemma che riflette le sfide del turismo contemporaneo in una città dal fascino senza tempo.