Il cielo plumbeo di Matera, testimone silenzioso di secoli di storia, ha fatto da sfondo a un’ondata di partecipazione civile e profonda commozione ieri sera e questa mattina, alimentata dalla volontà di esprimere solidarietà al popolo palestinese e di sostenere l’iniziativa “Global Sumud Flotilla”.
Un corteo, dapprima compatto e determinato, poi ampliato dalla partecipazione spontanea di cittadini, ha attraversato il cuore antico della città dei Sassi, un labirinto di vicoli e scalinate che riecheggiavano gli slogan di pace e giustizia.
L’evento, promosso dal Comitato per la pace di Matera in collaborazione con “Teng la guerr’n cap'” e “Non una di meno”, ha visto la partecipazione di oltre un centinaio di persone, un numero significativo considerando le avverse condizioni meteorologiche, la pioggia battente che ha pervaso la serata.
Lo striscione “Fermiamo il genocidio” ha guidato il percorso, incarnando il sentimento di urgenza e la richiesta di porre fine alla violenza che affligge Gaza.
Il corteo, inizialmente concentrato in Piazza Pascoli, ha imboccato un itinerario che conduceva all’Ospedale Madonna delle Grazie, un luogo simbolico che ha rappresentato un focus emotivo per la comunità.
È qui che si è svolto il toccante flash mob “Luci sulla Palestina – 100 ospedali per Gaza”, parte di una mobilitazione nazionale coordinata dall’hashtag #DigiunoGaza.
La scena è stata carica di significato: in un gesto di profonda umanità, i manifestanti, armati di torce elettriche, lampade, led, lumini e candele, hanno illuminato l’oscurità, creando un’immagine potente e commovente.
L’adesione simultanea di numerose piazze italiane ha amplificato l’impatto dell’azione, sottolineando la portata nazionale e internazionale della protesta.
Nel silenzio, rotto solo dal rumore della pioggia, sono stati letti i nomi dei professionisti sanitari, uomini e donne che hanno dedicato la propria vita a curare e sostenere la popolazione di Gaza, perdendo la vita nell’esercizio del loro dovere.
Un omaggio solenne e doloroso, un ricordo indelebile del costo umano del conflitto e un appello accorato per il rispetto dei diritti fondamentali e la protezione dei civili in zone di guerra.
La protesta, ripresa questa mattina, ha visto l’afflusione di ulteriori partecipanti, culminando in una manifestazione pacifica in Piazza Vittorio Veneto, un simbolo di speranza e di resilienza in un momento storico particolarmente difficile.