Medicina di genere: per cure più efficaci e personalizzate.

La transizione verso un sistema sanitario veramente efficace e giusto passa imprescindibilmente attraverso la medicina di genere, un approccio che va ben oltre la semplice attenzione alle differenze biologiche tra uomini e donne.
Come sottolineato dall’Assessore Regionale alla Salute della Basilicata, Cosimo Latronico, durante l’incontro “Donne e Uomini – Curare le differenze, promuovere l’uguaglianza” a Policoro, ignorare queste differenze, sia a livello fisiologico che socio-culturale, perpetua disuguaglianze sanitarie e compromette l’efficacia delle cure.

Il paradigma tradizionale, troppo spesso incentrato su un modello universalistico, rischia di imporre trattamenti standardizzati che non tengono conto della complessità dell’esperienza umana.

Questa uniformità, apparentemente equa, si rivela in realtà un ostacolo alla personalizzazione della cura.

La medicina di genere, al contrario, propone una rivoluzione concettuale: l’equità non si raggiunge con trattamenti identici, ma con la capacità di adattare le strategie terapeutiche alle specifiche esigenze di ogni individuo.
Le differenze si manifestano in molteplici aspetti: dalla diversa incidenza di alcune patologie, alla presentazione dei sintomi, dalla prognosi alla risposta farmacologica.
Ad esempio, la manifestazione cardiovascolare negli uomini si presenta frequentemente con dolore toracico, mentre nelle donne può essere più subdola, con affaticamento e dispnea, portando a ritardi diagnostici e conseguenze più gravi.
Analogamente, la prevalenza e la progressione di malattie autoimmuni come il lupus eritematoso sistemico sono significativamente più alte nelle donne.

Queste e altre differenze non sono casuali, ma riflettono complesse interazioni tra fattori genetici, ormonali, ambientali e socio-culturali.
L’approccio di genere non si limita a considerare il sesso biologico, ma integra una prospettiva più ampia che analizza come i ruoli di genere, le aspettative sociali e le esperienze di vita modellino la salute e il benessere.

Fattori come la maggiore esposizione a violenza di genere, l’accesso disomogeneo all’istruzione e all’occupazione, e le differenze nei comportamenti legati all’alimentazione e all’attività fisica, possono avere un impatto significativo sulla salute delle donne.

La medicina di genere impone una riprogettazione del sistema formativo del personale sanitario, promuovendo una maggiore sensibilità e competenza nel riconoscere e affrontare le differenze di genere.

Questo include l’integrazione di studi di genere nei curricula medici, la formazione continua su tematiche specifiche e la promozione di modelli di ricerca che tengano conto delle variabili di genere.
L’impegno della Regione Basilicata in questo percorso rappresenta un esempio virtuoso, un investimento strategico per un sistema sanitario più moderno, più giusto e, soprattutto, più attento alla persona nella sua totalità, ponendo l’individuo al centro della cura e riconoscendo la sua unicità e complessità.
L’adozione di un approccio di genere non è un’aggiunta, ma un elemento costitutivo di una sanità realmente efficiente ed equa.

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