Un atto di violenza intollerabile ha scosso la comunità di Metaponto di Bernalda, innescando un’indagine dei Carabinieri e sollevando un’ondata di indignazione pubblica.
Un uomo di 46 anni, residente nella provincia di Matera, ha sporto denuncia, narrando un’aggressione fisica brutale perpetrata da due individui, presumibilmente motivata da omofobia.
Le immagini, recentemente diffuse dalla trasmissione televisiva “Chi l’ha visto?” attraverso le telecamere di sorveglianza di un BeB locale, hanno reso tangibile la gravità dell’episodio, amplificandone l’impatto emotivo e la ripercussione sociale.
L’evento, risalente al mese di agosto, rappresenta una ferita profonda per l’intera area, un monito inquietante sulla persistenza di pregiudizi e discriminazioni che ancora affliggono la nostra società.
La violenza omofobica, un crimine d’odio che colpisce nel profondo la dignità e l’identità delle persone, non può e non deve essere tollerata.
La risposta dell’amministrazione comunale di Bernalda è stata immediata e ferma.
Un post ufficiale, diffuso sui canali istituzionali, ha espresso il profondo dolore e la ferma condanna per questo atto vile.
Il Comune non intende rimanere in silenzio di fronte a una simile manifestazione di intolleranza, ribadendo la propria ferma determinazione a contrastare ogni forma di prevaricazione e discriminazione.
La dichiarazione di “guerra aperta” contro l’intolleranza è un segnale chiaro dell’impegno dell’amministrazione a promuovere una cultura del rispetto e dell’inclusione.
Oltre alla condanna morale, il Comune si è impegnato a fornire tutte le risorse necessarie per garantire che la giustizia faccia il suo corso.
Questo implica un sostegno attivo all’indagine in corso, la collaborazione con le autorità competenti e l’impegno a fornire assistenza legale e psicologica alla vittima.
La promessa di un “pugno di ferro” simboleggia la volontà di proteggere i cittadini vulnerabili e di assicurare che gli aggressori siano chiamati a rispondere delle proprie azioni, affrontando le conseguenze legali e sociali del loro comportamento.
L’episodio non si riduce a un singolo atto di violenza, ma riflette una problematica più ampia che richiede un impegno collettivo.
È necessario un lavoro di sensibilizzazione e di educazione per combattere i pregiudizi, promuovere il rispetto delle diversità e costruire una società più giusta e inclusiva.
La risposta del Comune di Bernalda, per quanto significativa, è solo un primo passo in un percorso più lungo e complesso, che richiede la partecipazione attiva di tutti i membri della comunità.







