venerdì 1 Agosto 2025
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Palazzo San Gervasio: Interrogazione urgente al Ministro per abusi e malversazioni

La recente escalation di preoccupazioni e denunce relative al Centro di Permanenza per i Rimpatri di Palazzo San Gervasio, in Basilicata, ha spinto il senatore Daniele Manca, commissario regionale del Partito Democratico, a sollevare un’interrogazione urgente al Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi.

La vicenda, definita da diverse associazioni di tutela dei diritti umani come una “Guantanamo italiana”, richiede un’indagine approfondita e interventi immediati per garantire il rispetto della dignità e dei diritti fondamentali delle persone transito e detenzione del centro.

Le accuse che emergono dipingono un quadro allarmante.
Non si tratta di semplici irregolarità amministrative, ma di presunte violazioni sistematiche dei diritti umani, che spaziano dalla somministrazione forzata di farmaci, spesso senza adeguata supervisione medica, a trattamenti considerati disumani e degradanti.
Le carenze igienico-sanitarie, oltre a compromettere la salute dei detenuti, denunciano una gestione carente e superficiale.

Un elemento particolarmente grave è l’opacità nella gestione dei fondi pubblici destinati al centro, sollevando sospetti di malversazione e spreco di risorse.
L’ostruzionismo riscontrato nei confronti delle ispezioni parlamentari, un diritto fondamentale per il controllo democratico dell’operato delle istituzioni, aggrava ulteriormente la situazione, alimentando il sospetto di un tentativo di nascondere irregolarità e abusi.
Le numerose inchieste giudiziarie in corso, che coinvolgono accuse di maltrattamenti, truffa aggravata, frode e persino tortura, testimoniano la gravità delle presunte violazioni.

Queste accuse, qualora confermate, non solo violano la legislazione nazionale, ma anche i trattati internazionali sui diritti umani dei quali l’Italia è firmataria.

L’interrogazione al Ministro dell’Interno mira a ottenere risposte concrete e a sollecitare azioni immediate.

In particolare, il senatore Manca chiede chiarimenti sull’ammontare dei finanziamenti destinati al centro, sulla loro effettiva destinazione d’uso e sui progetti realizzati, con la richiesta di una rendicontazione trasparente e dettagliata.

L’urgenza di un’ispezione ministeriale indipendente, con poteri di indagine completi, è cruciale per accertare la veridicità delle accuse e per valutare la conformità del centro agli standard legali ed etici.
Il commissario lucano del PD sottolinea che una struttura finanziata con denaro pubblico non può essere tollerata come luogo di possibili abusi e violazioni dei diritti fondamentali.

L’istituzione di meccanismi di controllo più rigorosi e la revisione delle procedure operative sono essenziali per prevenire il ripetersi di tali situazioni.
La responsabilità della tutela dei diritti umani non può essere delegata a chi, potenzialmente, ne è parte integrante di un sistema compromesso.

Chi viola i diritti umani non può continuare a gestire servizi pubblici e luoghi di detenzione.

È imperativo riaffermare il primato dello Stato di diritto e garantire che ogni individuo, indipendentemente dal suo status giuridico, sia trattato con rispetto e dignità.

L’intera vicenda deve fungere da monito per una profonda riflessione sul sistema di accoglienza e rimpatrio, affinché non si trasformi in un’ombreggiatura della nostra identità democratica.

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