L’impegno per la sicurezza sismica di Potenza si concretizza in un progetto innovativo, presentato ufficialmente nel capoluogo lucano dal Centro di Geomorfologia Integrata per l’Area del Mediterraneo (Cgiam), in collaborazione con il laboratorio SisLab dell’Università degli Studi della Basilicata e l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). L’iniziativa mira a implementare una rete sismica urbana, un sistema avanzato di monitoraggio che andrà a integrare e superare l’esperienza del network storico, attivo dopo il devastante terremoto del 1980 che colpì l’Irpinia e la Basilicata, e che rappresentò un punto di svolta nella comprensione dei fenomeni sismici in area mediterranea.Questo nuovo sistema di rilevamento non è semplicemente un aggiornamento tecnologico, ma una risposta strategica alle nuove sfide poste dall’evoluzione della sismologia e dalla crescente necessità di una gestione del rischio più precisa ed efficace. La rete sismica si configura come un elemento cruciale per la definizione di una mappatura dettagliata e dinamica del rischio sismico a livello urbano, fornendo dati essenziali non solo per la gestione delle emergenze, ma anche per la pianificazione territoriale, la verifica della vulnerabilità del patrimonio edilizio e la progettazione di interventi di mitigazione del rischio.L’architettura del progetto prevede l’installazione, in una prima fase, di dieci sensori ad alta sensibilità, dislocati strategicamente tra il suolo e le strutture edilizie di Potenza, con l’obiettivo di rilevare anche le micro-vibrazioni e le variazioni di movimento impercettibili all’uomo. La collocazione precisa di questi sensori sarà il risultato di un’attenta analisi geologica e strutturale del territorio, al fine di ottimizzare la loro capacità di acquisizione dati. Il completamento di questa prima fase è previsto entro la fine del 2025, con l’entrata in piena operatività del sistema nel 2026.L’implementazione di un Osservatorio Sismico Urbano a Potenza si inserisce in un contesto internazionale di crescente attenzione alla mitigazione del rischio sismico in aree densamente popolate. Come sottolineato da Domenico Patanè dell’INGV, città come Catania e i Campi Flegrei hanno già adottato soluzioni simili, dimostrando l’efficacia di questo approccio per la comprensione e la gestione del rischio. La sfida per Potenza, tuttavia, è ancora più significativa, considerando la vetustà del patrimonio edilizio e la sua inadeguatezza rispetto alle normative attuali, unita alla sua elevata vulnerabilità sismica. L’osservatorio, infatti, non si limita alla rilevazione dei terremoti, ma permette di analizzare i fenomeni di amplificazione delle onde sismiche che si verificano in specifiche aree urbane, fenomeno strettamente legato alla geologia locale e alla conformazione degli edifici. Questa capacità di analisi è fondamentale per individuare le zone più a rischio e per definire strategie di intervento mirate, come il rinforzo strutturale degli edifici esistenti o la progettazione di nuove costruzioni più resilienti.In definitiva, il progetto rappresenta un investimento strategico per la sicurezza della comunità potentina, posizionando la città come un laboratorio avanzato per la prevenzione sismica e contribuendo alla creazione di una cultura della resilienza e della consapevolezza del rischio. L’iniziativa, ambiziosa e tecnologicamente avanzata, rafforza il ruolo di Potenza come centro di eccellenza nella ricerca e nella gestione del rischio sismico in Italia e nel bacino del Mediterraneo.
Potenza più sicura: nasce un osservatorio sismico urbano
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