Nel 2024, la rete Caritas diocesana di Matera-Irsina ha tracciato un quadro complesso e stratificato della povertà che affligge il territorio, coinvolgendo 880 nuclei familiari – equivalenti a 3.
520 individui – attraverso i suoi 30 centri di ascolto parrocchiali e una dedizione capillare di oltre 90 volontari.
L’Osservatorio Povertà Risorse Diocesano, che ha elaborato i dati, svela un panorama in cui la fragilità socio-economica si manifesta con una pluralità di forme e una persistente cronicità.
L’analisi quantitativa degli interventi erogati, pari a 4.
183, rivela la centralità dell’assistenza materiale, con oltre tremila interventi focalizzati sulla distribuzione di generi alimentari, refezioni, buoni pasto, abbigliamento e supporto per la mobilità.
Significativo è anche il 17% degli interventi destinati all’alloggio, che include accoglienza primaria, sussidi per affitti e coperture delle spese energetiche, evidenziando una profonda necessità di stabilità abitativa.
La possibilità per un singolo nucleo di ricevere fino a sette interventi sottolinea la complessità e la persistenza delle situazioni di bisogno, suggerendo una condizione di vulnerabilità che si protrae nel tempo.
Le motivazioni alla base delle richieste di aiuto si radicano prevalentemente nella mancanza di reddito (645 richieste), nella sua insufficiente entità o nell’accumulo di debiti, fattori che alimentano un circolo vizioso di precarietà.
Il profilo sociale di coloro che si rivolgono ai centri di ascolto presenta elementi distintivi: una prevalenza di nazionalità straniera (45%), pur mantenendo una significativa componente italiana (54%), e una marcata presenza femminile (58%), che spesso si assume il ruolo di referente principale per il benessere della famiglia.
Il livello di istruzione, generalmente contenuto alla licenza media (69%), riflette spesso limitate opportunità di accesso alla formazione e al mercato del lavoro.
Il report della diocesi mette in luce due elementi cruciali: il peso del fattore di genere, con le donne che rappresentano la figura principale nel chiedere aiuto per la famiglia, e la prevalenza di cittadini italiani tra i richiedenti.
Questo scenario, lungi dall’essere un’anomalia locale, si conforma a tendenze nazionali e si inserisce in una lettura antropologica della povertà, che ne evidenzia la natura cronica e multidimensionale.
La persona che accede ai servizi della Caritas non è un caso isolato, ma un individuo portatore di molteplici bisogni interconnessi, che richiedono risposte mirate e integrate.
La diocesi di Matera-Irsina, che estende la sua azione pastorale su 13 comuni – Bernalda, Craco, Ferrandina, Grottole, Irsina, Matera, Miglionico, Montalbano Jonico, Montescaglioso, Pisticci, Pomarico, Salandra, Scanzano Jonico – incide su una popolazione di 138.
222 abitanti, rappresentando un quarto della popolazione totale della Basilicata e il 71% di quella residente nella provincia di Matera.
L’impegno della Caritas si configura, pertanto, come un elemento imprescindibile per il tessuto sociale del territorio, volto a mitigare le disuguaglianze e a promuovere una cultura di solidarietà e inclusione.