lunedì 8 Settembre 2025
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Presidi Sanitari a Rischio: Allarme nella Diocesi di Melfi-Rapolla-Venosa

La crescente incertezza che avvolge il futuro dei presidi sanitari convenzionati nella regione, e in particolare nel territorio della diocesi di Melfi-Rapolla-Venosa, solleva un campanello d’allarme che non può essere ignorato.
La preoccupazione, espressione di una comunità che si sente vulnerabile, trova voce nel monito del vescovo Ciro Fanelli, il quale, in veste di guida spirituale e pastore del suo gregge, si fa interprete delle ansie e delle necessità dei più fragili.

La questione non si limita a una mera riorganizzazione burocratica o a una revisione delle risorse finanziarie; essa tocca direttamente il diritto fondamentale alla salute, un diritto costituzionale che trascende le logiche di bilancio e le strategie di ottimizzazione della spesa.
Questo diritto, pilastro di una società civile e giusta, non può essere oggetto di compromessi, soprattutto quando si tratta di tutelare chi si trova in condizioni di maggiore debolezza: anziani, malati cronici, persone con disabilità, famiglie a basso reddito.

L’importanza dei presidi sanitari convenzionati risiede non solo nella loro accessibilità geografica e nella loro capacità di erogare servizi diagnostici e terapeutici, ma anche nel ruolo di fulcro per la comunità.

Questi centri, costruiti nel tempo grazie all’impegno di professionisti sanitari, dirigenti ospedalieri e volontari, rappresentano un patrimonio di competenze e una risorsa umana imprescindibile per il sistema sanitario regionale.

La loro chiusura o la loro riduzione delle attività comporterebbe un impoverimento della rete di assistenza e un aumento delle disuguaglianze nell’accesso alle cure.

L’appello del vescovo alle istituzioni politiche e sanitarie è un invito a superare la logica del breve termine e a guardare al bene comune.

È necessario promuovere un dialogo costruttivo tra tutte le parti interessate: operatori sanitari, rappresentanti dei pazienti, amministratori pubblici, professionisti del settore.

Un dialogo che tenga conto non solo dei dati economici, ma anche delle esigenze reali delle persone, dei loro vissuti, delle loro speranze.
La Chiesa diocesana si impegna a rimanere al fianco della comunità, a offrire la propria voce per favorire un confronto aperto e trasparente, a sollecitare decisioni responsabili e lungimiranti.

La tutela della salute non è un privilegio, ma un dovere; un investimento nel futuro, un atto di civiltà.
È un impegno che riguarda tutti, perché la salute di uno è la salute di tutti.

La ricerca di soluzioni concrete e sostenibili deve essere guidata dal principio della solidarietà e dalla consapevolezza che ogni vita umana ha un valore inestimabile.

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