Un’iniziativa innovativa prende forma in Basilicata, delineando un percorso di rigenerazione sociale e professionale per detenuti provenienti dalla provincia di Potenza con residui di pena inferiori ai quattro anni.
Il progetto quadriennale, finanziato attraverso il bando “Evado a lavorare – Stra.
d.
e.
” e sostenuto dalla Fondazione Con il Sud, si configura come un vero e proprio ecosistema di opportunità, con la cooperativa sociale Filef di Potenza a ricoprire il ruolo di capofila.
L’approccio, che si discosta dalle tradizionali pratiche riabilitative, pone al centro la costruzione di un itinerario personalizzato per ciascun detenuto.
Questo percorso si articola in tirocini formativi mirati all’inclusione sociale e in percorsi di orientamento professionale che potenziano le competenze individuali.
La realizzazione di questo ambizioso obiettivo richiede la collaborazione sinergica di un ampio network di attori pubblici e privati, comprendente enti locali (Comune di Potenza), strutture penitenziarie (Case circondariali di Potenza e Melfi, Istituto penale per minorenni), autorità giudiziarie (Tribunale di Sorveglianza) e servizi sociali (Ufficio sociale per i minorenni e Ufficio distrettuale esecuzione penale esterna).
La struttura penitenziaria, attraverso punti di accesso dedicati, assume un ruolo chiave nell’identificazione e nella segnalazione dei candidati più idonei, individui che diventeranno protagonisti attivi del proprio percorso di reinserimento.
Un’équipe multidisciplinare, composta da professionisti specializzati in ambito familiare, sanitario, housing sociale e assistenza domiciliare, si occuperà di fornire un supporto olistico, affrontando le molteplici dimensioni della vita del detenuto e facilitando un recupero completo, sia dal punto di vista educativo che lavorativo.
Questa visione integrata riconosce che il reinserimento di successo non si limita all’acquisizione di competenze professionali, ma richiede anche la ricostruzione di relazioni sociali positive e la risoluzione di problematiche personali complesse.
Il progetto si inserisce in un contesto più ampio di riflessione sulla funzione della pena e sulla necessità di promuovere modelli di giustizia riparativa e di reintegrazione.
Come sottolinea il dirigente dell’Ufficio detenuti e trattamento del Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria Puglia e Basilicata, Michele Mirgaldi, questa iniziativa offre ai detenuti l’opportunità di sperimentare in prima persona il valore del lavoro, contribuendo a ridurre il rischio di recidiva al termine della pena.
La sua realizzazione in Basilicata rappresenta un’occasione significativa per la diffusione di buone pratiche e per l’ampliamento dell’offerta di servizi di supporto ai detenuti, colmando un vuoto che si è tradizionalmente riscontrato nel Mezzogiorno, dove modelli simili hanno trovato maggiore diffusione in altre regioni italiane.
L’iniziativa sottolinea, inoltre, come la cooperazione tra enti pubblici e privati possa essere un motore di cambiamento e di innovazione nel sistema penitenziario.






