Nell’era dell’innovazione biomedica, dove algoritmi e terapie avanzate promettono soluzioni rapide e precise, emerge una necessità spesso relegata in secondo piano: la cura della dimensione spirituale nel percorso di guarigione. La medicina, pur essenziale, non può esaurire la risposta alla sofferenza umana, che trascende il mero squilibrio fisiologico. Richiede un approccio olistico, che abbracci l’individuo nella sua totalità, con le sue paure, speranze e fragilità esistenziali.È in questo contesto che l’incontro celebrato al Centro Don Gnocchi di Acerenza, con l’atto formale dell’elevazione a sede di indulgenza giubilare, si configura come un momento significativo. L’assessore regionale alla Sanità, Cosimo Latronico, ha sottolineato come tale riconoscimento non sia un mero gesto simbolico, ma una dichiarazione di principio: un invito a riscoprire il ruolo cruciale dell’assistenza spirituale nel processo di cura.Il Centro Don Gnocchi non è semplicemente un presidio sanitario all’avanguardia, ma un luogo di accoglienza, un rifugio per chi si trova ad affrontare prove dolorose. La sua missione va oltre l’erogazione di servizi: si tratta di restituire dignità, di offrire conforto in momenti di profonda vulnerabilità, di coltivare un senso di speranza quando tutto sembra perduto. Come ha evidenziato Latronico, le istituzioni sanitarie hanno il dovere di promuovere una visione di salute che integri corpo, mente e spirito, favorendo una sinergia tra competenza medica e compassione umana.Questo approccio si riflette nella programmazione regionale, che pone al centro la persona e valorizza il ruolo delle relazioni terapeutiche. La sanità, per essere veramente giusta, vicina e umana, deve saper ascoltare, comprendere e rispondere ai bisogni profondi del paziente, riconoscendo la sua unicità e la sua sacralità.Il Centro Don Gnocchi, attivo da vent’anni sul territorio, rappresenta un esempio virtuoso di eccellenza riabilitativa, offrendo servizi di riabilitazione intensiva e post-acuzie, oltre a nuove attività cardiorespiratorie, frutto di una proficua collaborazione tra Regione, ASL e la fondazione Don Gnocchi. L’impegno di tutti coloro che, quotidianamente, silenziosamente, contribuiscono a rendere concreta questa visione di sanità è un faro di speranza per il futuro, un invito a non dimenticare che la vera cura risiede nella capacità di vedere l’uomo al di là della malattia. La spiritualità, in questo senso, non è un optional, ma un elemento imprescindibile per un percorso di guarigione completo e significativo.
Sanità e Spiritualità: Don Gnocchi, un Faro di Speranza
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