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lunedì 17 Novembre 2025

Dalila Iafelice: il docufilm al Matera Film Festival verso la beatificazione

Il Matera Film Festival ha offerto un’occasione significativa per la prima presentazione nazionale di “Santa Dalila”, un docufilm che ambisce a stimolare una riflessione profonda e a favorire l’avvio di un percorso di beatificazione e canonizzazione dedicato a Dalila Iafelice.
Anna Langone, giornalista e documentarista, ha guidato il pubblico attraverso la storia di questa giovane donna, originaria di San Severo, il cui destino si è tragicamente interrotto otto anni fa, il 9 agosto 2017, in un atto di altruismo eroico.
Il film non si limita a ricostruire l’evento fatale, ma si addentra nell’ultimo decennio della vita di Dalila, a partire da un momento cruciale: un incidente stradale a diciotto anni, che la priva di due amici e la sottopone a un lungo e doloroso percorso di riabilitazione.

Questa esperienza, lungi dal indurirla, sembra aver risvegliato in lei una profonda sensibilità verso il prossimo, un’apertura al bene che la porterà a compiere gesti di straordinaria generosità.

Dalila si fa carico del sostegno economico delle cinque sorelle e della madre, già afflitte dalla perdita del padre.
Abbandona le proprie ambizioni personali per dedicarsi agli altri, lavorando instancabilmente.

La sua compassione si estende ai più vulnerabili: diventa donatrice di sangue, soccorre cani randagi, trovando loro rifugio e assistenza, spesso con il coinvolgimento di familiari e amici.
La sua figura si configura come un punto di riferimento per la comunità, un’anima gentile e disponibile, verso cui chiunque si rivolge in cerca di aiuto.

L’episodio che ha segnato la sua fine – il tentativo di salvare un cane sui binari, mentre un treno si apprestava a passare – si inserisce in un contesto di straordinaria generosità.

Dalila aveva accompagnato un bambino orfano di madre e suo padre a mostrare le casette di legno sulla spiaggia di Chieuti.
La scena, ricreata nel docufilm attraverso un lento e suggestivo “déjà vu”, sottolinea l’ineluttabilità del destino, ma anche la purezza d’intenti di una giovane donna che ha anteposto la vita di un animale alla propria.
Il film non intende costruire un racconto edulcorato o hagiografico, ma piuttosto invitare alla riflessione sulla natura del bene, sull’importanza dell’altruismo e sulla possibilità che gesti di straordinaria generosità possano essere riconosciuti come espressione di una fede profonda, anche se non esplicitamente professata.
La presentazione del docufilm al Matera Film Festival rappresenta un primo passo verso un riconoscimento formale di questa fede, intesa non come dogma religioso, ma come profonda compassione per il prossimo e dedizione al bene comune.

Il percorso verso la beatificazione e la canonizzazione si preannuncia complesso, ma la storia di Dalila Iafelice, con la sua semplicità e la sua profonda umanità, merita di essere conosciuta e celebrata.

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