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mercoledì 5 Novembre 2025

Vento di Velluto: Un Canto Visivo per l’Infanzia Sofferente

“Vento di Velluto – Il Ritorno dell’Anima” non è un cortometraggio, ma un canto visivo, una litania di immagini che sussurra, poi grida, la fragilità dell’innocenza in un mondo lacerato.

Nato dall’intuizione congiunta della regista e attrice Anna Rita Del Piano, presidente di Camera con Vista ETS, e del musicista Pasquale Cafaro, l’opera si propone come un inno alla resilienza, un tentativo di sondare le profondità dell’umanità di fronte alla sofferenza.

Presentato al museo Essenza Lucano di Pisticci Scalo, in provincia di Matera, luogo simbolico di nascita e rifrazione delle sue storie, il documentario musicale si fa eco delle voci silenziate, delle infanzie sospese, delle speranze disattese.
Il fulcro emotivo del lavoro si concentra sulla condizione dei bambini del mondo, veri e propri bersagli innocenti di conflitti e privazioni, con uno sguardo particolare rivolto ai piccoli di Gaza, divenuti emblema di un’infanzia violata e spesso ignorata.
Lungi dall’essere una mera rappresentazione della tragedia, “Vento di Velluto” mira a trascendere la cronaca, interrogando il senso di responsabilità collettiva e stimolando una riflessione profonda sulla natura umana.
L’estetica dell’opera è intrisa di simbolismo.

Un bambino, ritratto con la vulnerabilità incisa sul volto segnato dalla polvere e dalla sete, si muove in un paesaggio desertico, arido e solcato dalla disperazione, che evoca il contesto geografico e umano della Palestina.

La sua ricerca disperata di acqua diventa metafora della ricerca di speranza, di nutrimento spirituale, di una possibilità di futuro.
La presenza di un cecchino sullo sfondo, elemento di minaccia costante e di violenza latente, contrasta con la figura di un anziano, custode di una saggezza antica e di una connessione profonda con la terra, avvolto nel tradizionale kefiah, simbolo di identità e resilienza.

La danza, personificata da una ballerina che si muove in un’aura di luce, si configura come un atto di ribellione pacifica, una preghiera corporea per la pace, un invito a ritrovare l’armonia perduta.
Il “vento di velluto” che accarezza l’anima è una forza intangibile, un sussurro di consolazione e di speranza che mira a risvegliare la sensibilità sopita, a lenire le ferite profonde, a riaccendere la fiamma dell’amore dimenticato.
Il progetto, realizzato con la collaborazione di Mary Esposto e I Seguaci di Dioniso 3.0, si propone di utilizzare il linguaggio universale dell’arte – cinema, musica e performance visiva – come strumento di sensibilizzazione e di cambiamento.
L’obiettivo non è solo quello di rappresentare la sofferenza, ma di stimolare una risposta emotiva e intellettuale, di promuovere un’empatia profonda e di ispirare un impegno concreto per la pace.

“Vento di Velluto” è, in definitiva, un appello urgente a non dimenticare, a non rimanere indifferenti, a riscoprire la nostra umanità.

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