Basilicata a rischio: la CGIL scende in mobilitazione

La mobilitazione generale proclamata dalla CGIL in Basilicata, fissata per il 12 dicembre, si materializza come un grido d’allarme proveniente dal cuore dell’area industriale di San Nicola Melfi, epicentro di una crisi sistemica che affligge l’intera regione.
La scelta di questo luogo, immediatamente adiacente agli stabilimenti Stellantis Plastic Component, non è casuale, ma si configura come simbolo tangibile di un declino economico che si fa sentire in ogni angolo del territorio lucano.

Come sottolinea il segretario generale della CGIL Basilicata, Fernando Mega, la situazione trascende i limiti di responsabilità locale e nazionale, rivelando una frattura profonda tra le narrative ufficiali e la realtà concreta che emerge dai dati statistici.

Le cifre parlano chiaro: l’analisi Istat, gli studi della Svimez, le indagini della Banca d’Italia dipingono un quadro allarmante, delineando una regione che fatica a proiettarsi verso il futuro.
La scomparsa di 2.800 posti di lavoro a Melfi, solo l’ultimo capitolo di una spirale negativa che ha eroso il tessuto produttivo e sociale della Basilicata.
La manifestazione, un corteo che si svilupperà dal piazzale antistante Stellantis Plastic Component, si dirigerà verso lo stabilimento Barilla, passando davanti ai presidi permanenti dei lavoratori delle aziende dell’indotto Stellantis – PMC, Tiberina Melfi – rappresenta un momento di forte aggregazione e rivendicazione.

Sarà presente il segretario nazionale della FIOM CGIL, Samuele Lodi, a sostegno delle istanze dei lavoratori lucani.
Oltre alla protesta immediata, la CGIL lancia un appello formale al governo regionale, guidato da Vito Bardi, e ai suoi rappresentanti, attraverso l’invio di una lettera ufficiale.

L’obiettivo è l’apertura di una “vertenza Basilicata” di portata nazionale, un’iniziativa che coinvolga attivamente i ministeri competenti.
Questa vertenza non si limiterà al settore automotive, cruciale per l’economia regionale, ma abbraccerà anche le attività estrattive, la vicenda SmartPaper e le criticità infrastrutturali che negano alla regione la possibilità di una crescita sostenibile.
Particolare attenzione sarà rivolta ai ritardi nell’implementazione del PNRR, soprattutto per quanto riguarda i settori del welfare e della sanità, aree vitali per il benessere della comunità.

La mobilitazione del 12 dicembre, dunque, si configura come un atto di denuncia e di proposta, un tentativo di forzare il governo nazionale a riconoscere la gravità della situazione e ad agire con urgenza per invertire la rotta, salvaguardando il futuro della Basilicata e dei suoi cittadini.

Si tratta di un appello a superare le retoriche di facciata e ad affrontare con coraggio le sfide che si presentano, offrendo risposte concrete e durature a una comunità che chiede di essere ascoltata e sostenuta.

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