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Basilicata: Allarme Siccità, Invasi al Collasso, Futuro Idrico a Rischio

La crisi idrica che affligge la Basilicata si fa sempre più tangibile, come evidenziato dai recenti dati di Acque del Sud relativi alla capacità di stoccaggio degli invasi regionali.

Confrontando il 19 agosto 2023 con il corrispondente giorno del 2024, si rileva una diminuzione preoccupante di quasi 18 milioni di metri cubi, portando la capacità complessiva degli invasi a poco meno di 200 milioni di metri cubi.

Proiezioni per il 2025 indicano un ulteriore declino, con una capacità stimata a circa 182 milioni di metri cubi, traducendosi in una carenza idrica che si aggira intorno al 10%.
Questa situazione composita rivela un quadro idrogeologico complesso, caratterizzato da una disomogeneità nella risposta degli invasi alle mutate condizioni climatiche e alla gestione delle risorse idriche.

Sebbene alcuni bacini idrici abbiano mostrato una relativa resilienza, altri subiscono perdite significative, esacerbate da un regime pluviometrico irregolare e da un aumento delle temperature.

La diga di Monte Cotugno è uno dei punti più critici, con una riduzione di quasi 19,4 milioni di metri cubi rispetto all’anno precedente.

Il bacino del Pertusillo, fondamentale per l’approvvigionamento idrico della regione, presenta una perdita ancora più drammatica, con una diminuzione di oltre 21 milioni di metri cubi.

Queste perdite, oltre a compromettere l’approvvigionamento idrico per l’agricoltura e per usi civili, testimoniano una crescente pressione sulle risorse idriche locali.
Tuttavia, non tutto è negativo.
Alcune dighe, come quelle di San Giuliano e Camastra, hanno mostrato un incremento nella capacità di stoccaggio, rispettivamente di 10,9 e 2,9 milioni di metri cubi.

Questo suggerisce che interventi mirati alla gestione delle risorse idriche, come ad esempio la manutenzione delle infrastrutture o l’ottimizzazione dei sistemi di irrigazione, possono contribuire a mitigare gli effetti della crisi idrica.
Anche la diga di Conza ha registrato un miglioramento, con un aumento di 5,1 milioni di metri cubi.

L’analisi più approfondita dei dati rivela anche la variabilità delle riserve idriche a livello locale, suggerendo la necessità di strategie di gestione differenziate, basate sulle specifiche caratteristiche idrogeologiche di ogni bacino.
La diga di Gannano, con una diminuzione di 0,5 milioni di metri cubi, evidenzia come anche piccole variazioni possano avere un impatto significativo sulle comunità locali.

La crisi idrica in Basilicata non è solo un problema quantitativo, ma anche qualitativo.
La diminuzione delle riserve idriche può portare a un aumento della concentrazione di inquinanti e a una riduzione della disponibilità di acqua potabile.
È quindi imperativo implementare misure preventive e correttive, come la promozione di pratiche agricole sostenibili, la riduzione degli sprechi idrici e il miglioramento della qualità delle acque reflue.
Solo attraverso un approccio integrato e collaborativo sarà possibile garantire la sicurezza idrica della regione e preservare le risorse per le generazioni future.

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