Le province di Potenza e Matera si distinguono in Basilicata per un’elevata propensione all’istruzione superiore, come evidenziato dai dati relativi all’anno accademico e scolastico 2023-2024 elaborati congiuntamente da Unioncamere e dall’Istituto Guglielmo Tagliacarne e diffusi dalla Camera di Commercio della Basilicata.
Questi indicatori, che misurano l’accesso all’istruzione universitaria, segnalano un’evoluzione positiva rispetto all’anno precedente, riflettendo potenzialmente dinamiche socio-economiche e politiche locali che incentivano l’aspirazione all’istruzione terziaria.
Un elemento distintivo è l’alto tasso di immatricolazioni universitarie rapportato alla popolazione di 19 anni: a Potenza si registra un 65,5%, posizionando la provincia al 17° posto a livello nazionale (un miglioramento significativo rispetto al 20° dell’anno precedente), mentre Matera raggiunge il 60,9% (37° posto, un balzo in avanti dal 57°).
Questo dato, pur positivo, solleva interrogativi sulle risorse disponibili localmente per sostenere una domanda così elevata e sulla capacità del sistema di istruzione secondaria superiore di preparare adeguatamente gli studenti ad affrontare gli studi universitari.
L’interesse degli studenti lucani verso discipline STEM (Science, Technology, Engineering, and Mathematics) è particolarmente marcato: a Potenza il 32,2% degli immatricolati opta per questi percorsi (24° posto nazionale), mentre a Matera la percentuale si attesta al 31,9% (29° posto).
Questo fenomeno, in linea con le tendenze globali, suggerisce una crescente consapevolezza dell’importanza di queste competenze per il futuro del mercato del lavoro, ma anche un possibile squilibrio nella diversificazione dell’offerta formativa locale.
Tuttavia, il quadro positivo è mitigato da una problematica strutturale e preoccupante: l’emigrazione universitaria.
A Matera, la percentuale di studenti che preferisce studiare fuori regione raggiunge l’85,6%, collocando la provincia in una posizione di estrema vulnerabilità (107° posto nazionale).
Anche a Potenza, il tasso di emigrazione è elevato, con il 68,3% degli studenti che sceglie di studiare al di fuori della regione (102° posto).
Questa fuga di cervelli rappresenta una perdita significativa di capitale umano per la Basilicata, con impatti negativi sullo sviluppo economico e sociale del territorio.
Le ragioni di questa emigrazione sono complesse e probabilmente riconducibili a una combinazione di fattori, tra cui la mancanza di offerte formative specialistiche sul territorio, la percezione di minori opportunità di lavoro al ritorno, e la ricerca di una migliore qualità della vita.
Infine, la bassa percentuale di iscritti agli istituti tecnici, con Potenza al 96° posto e Matera al 41° posto a livello nazionale, segnala una possibile carenza di competenze tecniche e professionali necessarie per sostenere lo sviluppo di settori chiave dell’economia regionale, come l’industria manifatturiera e il turismo.
È quindi auspicabile un ripensamento delle politiche educative regionali, con l’obiettivo di rafforzare l’offerta formativa locale, incentivare la permanenza degli studenti sul territorio e promuovere lo sviluppo di un ecosistema dell’innovazione in grado di attrarre e trattenere talenti.
Un’azione concertata tra istituzioni, università, imprese e comunità locali è essenziale per trasformare la propensione all’istruzione in reale crescita e prosperità per la Basilicata.







