venerdì 1 Agosto 2025
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Potenza

Basilicata, Rete di Trieste: Rinnovare il Tessuto Sociale

La Basilicata si fa scenario di un’iniziativa innovativa, la Rete di Trieste, presentata a Potenza con l’obiettivo di rinsaldare il tessuto sociale e riaccendere la partecipazione civica.
Nata un anno fa come risposta alla riflessione promossa dalla 50ª Settimana Sociale dei Cattolici Italiani, la Rete si configura come un movimento dal basso, un laboratorio di idee e azioni guidato da coloro che ne riconoscono l’importanza: gli “artigiani del bene comune”.
Si tratta di una proposta che mira a costruire una rete di fraternità politica, un luogo dove convergere contributi concreti e soluzioni per la società civile, superando le logiche settoriali e frammentate che spesso caratterizzano l’impegno sociale.
Attualmente, la rete conta ottanta aderenti, un numero in crescita che include amministratori locali lucani disposti a fungere da ponte tra le istanze dei territori e le decisioni istituzionali.

L’approccio della Rete di Trieste si focalizza su cinque aree strategiche: la rivitalizzazione della partecipazione democratica, per contrastare l’astensionismo e il disinteresse politico dilaganti; lo sviluppo di politiche giovanili mirate, capaci di rispondere alle sfide e alle aspirazioni delle nuove generazioni; la riorganizzazione del welfare territoriale, per garantire servizi più accessibili ed efficienti, radicati nel contesto locale; la promozione di una transizione ecologica inclusiva e sostenibile, che tenga conto delle specificità ambientali ed economiche del territorio; e, infine, la tutela e valorizzazione del territorio, con particolare attenzione alle aree interne, spesso marginalizzate e bisognose di interventi mirati.

“Non aspiriamo a sostituire o a competere con i partiti politici esistenti,” ha chiarito Fausto Santangelo, coordinatore della rete in Basilicata.

“Il nostro intento è primariamente quello di recuperare il capitale umano disperso, di stimolare l’unione e la collaborazione tra cittadini, di riaccendere l’interesse per la cosa pubblica in coloro che si sentono esclusi o delusi.
“La Rete di Trieste si pone quindi come un tentativo di recuperare il senso di comunità e di responsabilità civica, rifiutando ogni forma di personalizzazione e di logica di leadership.
L’obiettivo non è creare un nuovo soggetto politico, ma piuttosto risvegliare le energie sopite nella società, incoraggiare l’iniziativa individuale e collettiva, e promuovere una cultura della partecipazione attiva e consapevole.
Si tratta di un esperimento sociale che punta a riaffermare il ruolo del cittadino come protagonista del proprio destino e del futuro della comunità.
La sfida è ambiziosa: ricostruire la fiducia, riaccendere la speranza e rafforzare il senso di appartenenza, per un futuro più giusto, equo e sostenibile.

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