Nel cuore del Parco Regionale Gallipoli Cognato – Piccole Dolomiti Lucane, in Basilicata, si è sviluppato un progetto pionieristico a livello nazionale: lo studio di telemetria satellitare sulla Cicogna nera (Ciconia nigra).
Questo ambizioso programma, finanziato dall’Ufficio Parchi della Regione Basilicata e formalmente avviato nel 2020, rappresenta un punto di svolta nella conservazione di questa specie rara e vulnerabile, un tempo quasi scomparsa dal panorama italiano.
La reintroduzione della Cicogna nera in Basilicata, risalente al 2000, è il frutto di un intenso lavoro di ripopolamento, che ha gradualmente permesso alla specie di ricostituire la propria presenza nel territorio.
Il progetto di telemetria satellitare, lungimirante e tecnologicamente avanzato, eleva questo sforzo a un livello superiore, consentendo di acquisire dati cruciali per comprendere a fondo la biologia, l’ecologia e le dinamiche migratorie di questi magnifici uccelli.
L’applicazione di trasmettitori satellitari a giovani cicogne, fin dalla loro età giovanile, permette di tracciare i loro spostamenti durante le complesse rotte migratorie verso l’Africa, rivelando informazioni preziose sulle aree di svernamento, le rotte preferenziali e i potenziali fattori di rischio lungo il percorso.
L’installazione di una webcam presso Oliveto Lucano (Matera), centro nevralgico per l’osservazione della nidificazione, offre una prospettiva ravvicinata e continuativa sul comportamento riproduttivo della specie, permettendo di analizzare la dinamica della coppia, la costruzione e la difesa del nido, e le interazioni con l’ambiente circostante.
La stagione riproduttiva del 2024 ha visto la coppia di cicogne tornare puntualmente a fine febbraio, impegnandosi nella ricostruzione e nella difesa del nido, una testimonianza della progressiva stabilizzazione del sito riproduttivo.
La deposizione di tre uova ad aprile e la successiva cova, durata circa 32-34 giorni, hanno portato alla nascita di tre pulli, battezzati Cipriana, Maria e Giuliana, a cui sono stati applicati i trasmettitori satellitari.
Questa scelta, apparentemente simbolica, sottolinea l’importanza di seguire da vicino il percorso di questi giovani esemplari, cruciali per il futuro della popolazione.
L’assessora regionale all’ambiente, Laura Mongiello, ha sottolineato come la tracciabilità satellitare fornisca un quadro dettagliato delle strategie migratorie e dei fattori ambientali – cambiamenti climatici, disponibilità di cibo, presenza di predatori – che condizionano la sopravvivenza della cicogna nera.
Questi dati, di inestimabile valore, saranno condivisi con l’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) e con la comunità scientifica internazionale, contribuendo a migliorare le strategie di conservazione non solo per la cicogna nera, ma anche per altre specie migratrici in difficoltà.
Il progetto lucano si configura dunque come un modello di ricerca applicata, in grado di generare conoscenze utili per la gestione e la tutela della biodiversità a livello globale.







