Un nodo cruciale si è venuto a creare nell’indotto logistico di San Nicola Melfi (PZ), cuore pulsante della produzione Stellantis in Basilicata.
Le aziende Las e Lgs, fornitrici logistiche per il Gruppo Automobilistico, hanno rifiutato un’estensione della cassa integrazione, lasciando in bilico il futuro lavorativo di circa cinquanta dipendenti.
Questa decisione, comunicata dal consulente aziendale durante un tavolo di confronto presso il Dipartimento dello Sviluppo Economico della Regione Basilicata, ha immediatamente acceso un conflitto sociale, con i lavoratori che si sono prontamente mobilitati in presidio davanti alla sede regionale.
La situazione si configura come un punto di rottura in un territorio già segnato da fragilità industriali e dalla necessità di una transizione verso un modello economico più sostenibile.
La decisione delle aziende Las e Lgs solleva interrogativi profondi sulla responsabilità sociale d’impresa e sulla capacità di prevedere e mitigare l’impatto delle crisi produttive sulla forza lavoro.
L’assessore regionale Francesco Cupparo ha risposto prontamente, sollecitando il Ministero del Lavoro a stanziare ulteriori 13 milioni di euro, destinati agli ammortizzatori sociali per le aree industriali in crisi complessa.
Questo intervento, se approvato, mira a fornire un sostegno temporaneo ai lavoratori coinvolti, ma non risolve il problema strutturale della dipendenza da un singolo committente come Stellantis.
In un’ottica di proattività, l’assessore ha invitato le aziende a facilitare la partecipazione dei lavoratori cassaintegrati a corsi di riqualificazione professionale, un elemento chiave per favorire una transizione verso nuove opportunità lavorative.
Contemporaneamente, Cupparo si è impegnato a informare direttamente Stellantis dell’accaduto e a proporre l’istituzione di un “bacino di prelazione”, un meccanismo innovativo che darebbe priorità ai lavoratori licenziati per future commesse di servizi destinate al Gruppo Automobilistico.
I sindacati Uilm (Marco Lomio) e Fismic (Giuseppe Coviello), presenti al tavolo di confronto, hanno ribadito con forza che ogni nuova opportunità lavorativa generata nell’area industriale di Melfi dovrà dare assoluta priorità ai lavoratori precedentemente impiegati, riconoscendo la loro esperienza e competenza.
L’istituzione del bacino di prelazione rappresenta una speranza concreta per un futuro più stabile e inclusivo, ma la sua effettiva implementazione richiederà un impegno costante da parte di tutte le parti coinvolte.
La sfida, ora, è trasformare questa promessa in realtà, contribuendo a creare un ecosistema industriale più resiliente e capace di generare opportunità sostenibili per il futuro del territorio.
La vicenda sottolinea l’urgenza di diversificare l’economia locale e di promuovere la formazione continua per affrontare le sfide poste dalla transizione industriale e dalle crescenti richieste di competenze nel mercato del lavoro.






