L’adozione del Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) in Basilicata presenta un quadro a due facce, caratterizzato da un’apparente discrepanza tra la disponibilità di dati digitalizzati e l’effettivo utilizzo da parte dei cittadini.
I recenti dati della Fondazione Gimbe rivelano un consenso popolare al consulto dei propri documenti all’interno del FSE pari a un misero 5%, una cifra che contrasta nettamente con la media nazionale del 42% e con l’utilizzo manifestato nei 90 giorni precedenti la rilevazione, anch’esso significativamente inferiore rispetto al dato nazionale (21% contro una media del 21%).
Questa apparente contraddizione merita un’analisi approfondita.
Sebbene il Ministero della Salute fornisca dati che indicano un’alta percentuale di disponibilità di documenti digitalizzati (81% in Basilicata, contro una media nazionale del 74%), l’effettivo impatto di questa ricchezza informativa sul percorso di cura del paziente resta limitato dalla scarsa adesione da parte dei cittadini.
La presenza nel FSE di referti di laboratorio, immagini radiologiche, dimissioni ospedaliere, verbali di pronto soccorso, prescrizioni farmaceutiche, esami specialistici, referti ambulatoriali, profili sanitari riassuntivi, documentazione relativa a prestazioni specialistiche ed erogazione di farmaci, nonché registri vaccinali individuali, referti di anatomia patologica e inviti a visite, testimonia un significativo investimento nella digitalizzazione dei processi sanitari regionali.
Tuttavia, l’assenza di elementi cruciali come il certificato vaccinale, il taccuino personale dell’assistito e la cartella clinica integrali, ne riduce l’utilità percepita dai pazienti.
Nonostante questa situazione, il panorama professionale mostra un quadro più incoraggiante.
Tra gennaio e marzo 2025, l’adozione del FSE da parte dei Medici di Medicina Generale (MMG) e Pediatri di Libera Scelta (PLS) è stata notevolmente alta, con il 95% degli operatori che ha effettuato almeno un accesso.
La Basilicata si distingue in questo scenario, raggiungendo il 100% di utilizzo, a testimonianza di un impegno da parte dei professionisti sanitari verso la digitalizzazione.
Anche i medici specialisti delle aziende sanitarie mostrano un buon livello di adozione, con l’83% degli operatori abilitati (contro una media nazionale del 72%).
Le disparità tra i dati di utilizzo da parte dei cittadini e l’alta percentuale di adozione da parte dei professionisti sollevano interrogativi fondamentali.
Potrebbero essere in gioco fattori legati alla fiducia nel sistema digitale, alla percezione dei benefici da esso derivanti, alla comprensione delle procedure di accesso e all’efficacia delle campagne di sensibilizzazione rivolte alla popolazione.
È cruciale che la Regione investa in strategie mirate per colmare questo divario, promuovendo attivamente l’uso del FSE tra i cittadini e garantendo la trasparenza e la sicurezza dei dati sanitari.
In definitiva, il vero valore del Fascicolo Sanitario Elettronico si concretizza solo quando diventa uno strumento realmente accessibile e utile per tutti i pazienti, contribuendo a migliorare la qualità e l’efficienza del sistema sanitario regionale.