giovedì 11 Settembre 2025
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Melfi, Stellantis: futuro incerto, vertenze aperte e urgenza di risposte

L’attesa di una visione chiara per il futuro industriale di Stellantis a Melfi non può protrarsi oltre il 2024.

Il documento recentemente approvato dalla rappresentanza sindacale della Fim Cisl, un monito severo, proietta il 2025 come un anno potenzialmente critico per lo stabilimento e l’intera filiera indotta, a meno di interventi strategici e tempestivi.
Lo scenario attuale è caratterizzato da una delicata fase di transizione.
I modelli in dismissione, con volumi produttivi ormai insufficienti a sostenere l’indotto, coesistono con l’incertezza legata all’introduzione dei nuovi veicoli elettrici e ibridi.
Questi ultimi, pur rappresentando il futuro della mobilità, necessitano di tempo per raggiungere una piena integrazione nel mercato e generare gli impatti positivi attesi sui livelli occupazionali, un processo che si concretizzerà, secondo le stime attuali, non prima del 2026.

La situazione è ulteriormente aggravata da un contesto politico ed europeo complesso.
L’evoluzione della transizione ecologica, imprescindibile per il settore automotive, appare afflitta da incertezze e priva di un quadro di supporto industriale definito.
Questa mancanza di chiarezza genera preoccupazione e mina la stabilità del sito di Melfi, rendendo imprescindibile una visione a lungo termine e politiche di accompagnamento mirate.
Il quadro si fa ancora più drammatico se si considera la condizione delle aziende dell’indotto, il cui destino è intrinsecamente legato a quello dello stabilimento Stellantis.
Molte di queste realtà non hanno ancora ottenuto nuovi contratti, altre si trovano in cassa integrazione o sono sull’orlo della chiusura.

La tutela del lavoro e dell’occupazione in questo contesto richiede un approccio proattivo e soluzioni innovative.
È essenziale sostenere la riconversione delle aziende che dovranno abbandonare la produzione per Stellantis, avviando percorsi di diversificazione e valorizzazione delle competenze esistenti.

In questo processo, la Regione Basilicata è chiamata a svolgere un ruolo cruciale, collaborando strettamente con le imprese per individuare e implementare soluzioni concrete e sostenibili.
Le numerose vertenze aperte – PMC, Brose, Snop, Lear, Brose, Mubea, Marelli, Yanfeng e i fornitori logistici – costituiscono un fardello significativo che peserà sui prossimi mesi, mettendo a dura prova la tenuta occupazionale complessiva.

Questi casi non sono semplici questioni aziendali, ma specchio di una più ampia sfida industriale che richiede un’azione concertata a livello locale, nazionale ed europeo.
La capacità di affrontare queste criticità con lungimiranza e determinazione determinerà il futuro del tessuto industriale lucano e la salvaguardia di migliaia di posti di lavoro.
Si rende quindi urgente una revisione strategica e un piano di sviluppo industriale che non si limiti a mitigare i rischi, ma che sappia cogliere le opportunità offerte dalla transizione verso una mobilità più sostenibile e innovativa.

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