Olio d’oliva: Sequestri e Dumping Greco Minacciano il Made in Italy

L’ultimo sequestro di olio d’oliva a prezzi irrisori, proveniente dalla Grecia, amplifica un campanello d’allarme per l’intero comparto olivicolo italiano.

Coldiretti Basilicata denuncia l’urgenza di implementare strumenti di controllo e tutela più robusti, in seguito al recente intervento effettuato in Puglia, dove sono stati intercettati 14.000 litri di olio EVO privo delle necessarie indicazioni di origine.
L’azione, condotta dall’Icqrf Puglia e Basilicata, con il supporto della Guardia di Finanza e dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, rivela pratiche di concorrenza sleale che minano la sostenibilità delle imprese agricole nazionali.

La disparità di prezzo, con l’olio greco offerto a soli 4 euro al chilo, contrappone il valore del prodotto olivicolo italiano, che sta vivendo un crollo dei prezzi senza precedenti, toccando i minimi degli ultimi tre anni.
Questo dumping sistematico danneggia direttamente i produttori italiani, erodendo i loro margini e mettendo a rischio la continuità delle loro attività.
L’aumento significativo degli arrivi di olio vergine ed extravergine dalla Grecia, cresciuti del 139% nei primi otto mesi dell’equità’l’equ’ la trasparenza’ la’ traccia la’ tracciabilità.

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La perdita di quasi 3 euro al chilo per l’extravergine nazionale in soli due mesi è una sintomatica conseguenza di questa situazione.

Le organizzazioni di categoria, Coldiretti e Unaprol, propongono un’evoluzione strategica del Portale Sian, estendendo l’obbligo di registrazione delle contrattazioni non solo all’olio sfuso, ma anche alle olive da olio, materia prima essenziale.
Tale misura, cruciale per una visione d’insieme e per il rafforzamento del Made in Italy, permetterebbe di creare un database aggregato e geograficamente preciso.

L’obiettivo è tracciare l’intero ciclo di scambio, dalla produzione alla commercializzazione, fornendo dati specifici per ogni area di contrattazione.
Questa trasparenza strutturale, al riparo da manipolazioni, costituirebbe un punto di riferimento oggettivo e rappresentativo per l’intera filiera olivicola, proteggendo i produttori italiani e valorizzando il prodotto nazionale come espressione di qualità, tradizione e territorio.

L’adozione di questo approccio olistico mira a riequilibrare il mercato, premiando la qualità e la sostenibilità, e a garantire un futuro prospero per il settore olivicolo italiano.

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