Sciopero Stellantis Melfi: CGIL in mobilitazione e conferenza stampa

In vista dello sciopero generale indetto per venerdì 12 dicembre, la Confederazione Generale del Lavoro (CGIL) della Basilicata ha programmato un corteo e un presidio simbolico di fronte all’impianto Stellantis di Melfi, fulcro industriale della regione.
L’iniziativa, parte di un più ampio movimento di protesta nazionale, si inserisce in un quadro di crescente tensione sociale e di preoccupazione per il futuro del lavoro e del tessuto economico lucano.

Per anticipare e definire le ragioni di questa mobilitazione, la CGIL Basilicata ha convocato una conferenza stampa che si terrà martedì 9 dicembre alle ore 9:30 presso la sede confederale di via del Gallitello 163 a Potenza.
L’evento mira a fornire un’analisi approfondita delle criticità che hanno portato alla proclamazione dello sciopero, un atto di protesta che si configura come “Democrazia al lavoro”.

I segretari generali Fernando Mega (CGIL Basilicata) e Vincenzo Esposito (CGIL Potenza) guideranno l’incontro con la stampa, esponendo in dettaglio le ragioni della protesta, focalizzandosi primariamente sulla legge di Bilancio approvata dal governo nazionale.
Quest’ultima, a loro avviso, non tiene conto delle specifiche esigenze del territorio lucano, acuendo le disuguaglianze e compromettendo la sostenibilità del sistema produttivo locale.
La “vertenza Basilicata”, un termine che racchiude un complesso di problematiche legate alla deindustrializzazione, alla precarietà occupazionale, alla carenza di investimenti pubblici e alla perdita di competenze, sarà al centro del dibattito.

Saranno analizzati gli effetti negativi della legge di Bilancio sulla competitività dell’industria automobilistica, sull’indotto locale e, più in generale, sulle prospettive di sviluppo della regione.

L’azione di protesta non si limita a una critica alla politica economica nazionale, ma si configura come una rivendicazione di diritti, di partecipazione e di maggiore autonomia decisionale per la Basilicata.
Si intende denunciare un modello di sviluppo imposto dall’alto, che trascura le peculiarità del territorio e le esigenze delle lavoratrici e dei lavoratori.
La mobilitazione rappresenta, quindi, un appello a un nuovo patto sociale, fondato sulla giustizia, sulla solidarietà e sulla promozione del bene comune.

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