Stellantis ridimensiona drasticamente il suo impegno nello sviluppo della tecnologia a celle a combustibile a idrogeno, un cambio di rotta significativo che riflette una valutazione pragmatica delle attuali condizioni del mercato e delle sfide intrinseche legate alla diffusione di questa promettente, ma ancora complessa, fonte di energia alternativa.
L’annuncio, formalizzato in un comunicato ufficiale, non si limita a una semplice interruzione del programma, ma segnala una revisione strategica più ampia in merito al futuro della mobilità a idrogeno all’interno del gruppo.
La decisione, lungi dall’essere un fallimento, rappresenta una risposta ponderata a una serie di ostacoli che rendono l’idrogeno, al momento, una soluzione poco praticabile per la transizione verso una mobilità sostenibile.
Tra i fattori determinanti spicca la scarsa e disomogenea disponibilità di infrastrutture di rifornimento dedicate.
La creazione di una rete capillare e affidabile di distributori di idrogeno rappresenta un investimento ingente e che richiede tempi di realizzazione prolungati, frenando l’adozione da parte di consumatori e aziende.
Un altro elemento cruciale è l’elevato fabbisogno di capitale necessario per lo sviluppo e la produzione di celle a combustibile e dei veicoli correlati.
I costi di ricerca, sviluppo, produzione e distribuzione si rivelano attualmente proibitivi, soprattutto in un contesto di crescente pressione sui margini di profitto e della competizione con altre tecnologie, come i veicoli elettrici a batteria.
Inoltre, la mancanza di incentivi all’acquisto da parte dei consumatori, insufficienti a compensare il costo più elevato dei veicoli a idrogeno rispetto alle alternative, contribuisce a deprimere la domanda.
Senza un adeguato sostegno governativo e un’offerta più accessibile, l’idrogeno fatica a trovare la sua nicchia nel mercato.
L’abbandono del progetto “Pro One”, una linea di veicoli commerciali leggeri alimentati a idrogeno, testimonia la consapevolezza di Stellantis di non poter realisticamente raggiungere una commercializzazione di successo prima della fine del decennio.
Questa scelta, pur dispiaciuta, è motivata dalla volontà di concentrare le risorse su aree di investimento più strategiche e con un ritorno potenzialmente più rapido.
È importante sottolineare che questa decisione non implica licenziamenti, evidenziando l’impegno di Stellantis verso il proprio personale e l’intenzione di riallocare le competenze acquisite nello sviluppo dell’idrogeno verso altre aree di ricerca e innovazione, come l’elettrificazione pura, i combustibili sintetici e le tecnologie di propulsione alternative.
La porta sull’idrogeno non è completamente chiusa, ma il percorso di ricerca e sviluppo sarà riorientato verso una valutazione più attenta e selettiva delle opportunità future, in attesa di un contesto economico e infrastrutturale più favorevole.