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venerdì 31 Ottobre 2025

Anno scolastico: l’appello all’impegno e alla speranza

L’inizio di un anno scolastico rappresenta più di una semplice data: è un orizzonte di possibilità, un invito a intraprendere un percorso di crescita intellettuale e umana.
Monsignor Benoni Ambarus, arcivescovo di Matera-Irsina e vescovo di Tricarico, lo ha sottolineato rivolgendosi a studenti, docenti e a tutta la comunità educante, auspicando un anno ricco di impegno e di scoperta.
La scuola, lungi dall’essere un mero adempimento, si configura come una sfida, una fatica necessaria per forgiare la persona che siamo e che vogliamo diventare.

L’arcivescovo riconosce le difficoltà, la frustrazione che spesso accompagna l’impegno nello studio, la percezione di un sistema che non sempre premia il merito con immediatezza.

La disillusione, alimentata da un mercato del lavoro complesso e da dinamiche sociali spesso ingiuste, può tentare di soffocare la passione per l’apprendimento.

Tuttavia, l’appello non è quello alla rassegnazione, bensì a una rinnovata sete di conoscenza.

In un’epoca in cui la disinformazione e la manipolazione dell’opinione pubblica sono strumenti sempre più sofisticati, la capacità di pensiero critico e di discernimento diventa un’arma imprescindibile.

La cultura, intesa non solo come accumulo di nozioni, ma come capacità di interpretare la realtà e di interrogare il mondo, è il baluardo contro la superficialità e la manipolazione.
Monsignor Ambarus invita a superare la dicotomia tra “vivere” e “sopravvivere”, proponendo un modello di esistenza attivo e consapevole.

L’educazione non deve limitarsi a preparare al lavoro, ma deve formare cittadini responsabili, capaci di partecipare attivamente alla vita sociale e politica, di proporre soluzioni innovative e di contestare le ingiustizie.

Essere protagonisti significa non accettare passivamente le regole del gioco, ma avere il coraggio di riscriverle.
Un pensiero commosso è rivolto a coloro che, in diverse parti del mondo, sono privati del diritto fondamentale all’istruzione a causa di guerre e conflitti.
I bambini e i ragazzi di Gaza, dell’Ucraina e di altri Paesi devastati dalla violenza rappresentano un monito per tutti noi, un appello alla solidarietà e alla responsabilità globale.

La loro sofferenza ci spinge a impegnarci con ancora maggiore determinazione per costruire un futuro di pace e di giustizia, in cui ogni individuo possa accedere al sapere e realizzare il proprio potenziale.

L’arcivescovo esprime inoltre profonda gratitudine nei confronti del corpo docente, sottolineando il ruolo cruciale che gli insegnanti svolgono nella formazione delle nuove generazioni.

Un riconoscimento che va oltre il semplice apprezzamento professionale, per sottolineare l’importanza del loro contributo alla costruzione di una società più giusta e consapevole.

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