La Basilicata si trova a un bivio cruciale, un punto di svolta che richiede un’analisi lucida e disinteressata dei dati economici e sociali.
Le recenti osservazioni della Banca d’Italia dipingono un quadro complesso, ben lontano dalle dichiarazioni di ottimismo filtrate dalla giunta regionale.
Piuttosto che accontentarsi di un’apparente stabilità, è imperativo affrontare con coraggio le criticità emergenti, evitando una narrazione diluita e insufficiente a tradurre la reale condizione della regione.
Il rapporto di Bankitalia, infatti, non offre margini per interpretazioni superficiali.
Il prodotto interno lordo (PIL) ristagna, quasi in territorio negativo, mentre il settore industriale, pilastro fondamentale dell’economia lucana, mostra segni di contrazione inequivocabili, con Stellantis che, in quanto realtà industriale chiave, amplifica le difficoltà.
La tenuta dell’occupazione, con un tasso fermo al 56%, rivela una stagnazione preoccupante, mentre la disoccupazione, al 6,3%, persiste come sfida da non sottovalutare.
A ciò si aggiunge il dato demografico, drammaticamente allarmante: la Basilicata registra il tasso di spopolamento più elevato d’Italia, un impoverimento non solo quantitativo, ma anche qualitativo, con la perdita di capitale umano e di potenziale innovativo.
La giunta regionale, con un’ottica che sembra scollegata dalla realtà tangibile, continua a minimizzare le criticità, offrendo una lettura trionfalistica che non corrisponde ai fatti.
Questo approccio, oltre ad essere ingannevole, rischia di compromettere la credibilità delle istituzioni e di soffocare ogni tentativo di implementare politiche efficaci.
È necessario superare la retorica e affrontare con trasparenza la questione centrale: la mancanza di una visione strategica a lungo termine.
Non servono slogan o promesse vaghe, ma un piano industriale regionale concreto, basato su dati affidabili e mirato a stimolare la crescita, attrarre investimenti e creare opportunità di lavoro.
La domanda che si pone, con urgenza, è la seguente: quale sarà la Basilicata tra cinque anni, se si continua su questa traiettoria? Quanti giovani saranno costretti a lasciare la regione in cerca di un futuro migliore? Quante aziende saranno costrette a chiudere i battenti, portando con sé posti di lavoro e know-how?Le risposte a queste domande devono essere quantificate, misurabili e integrate in un piano d’azione dettagliato.
Se la politica regionale non è in grado di fornire risposte chiare e concrete, allora è giunto il momento di mettere in discussione le attuali scelte amministrative e di intraprendere un percorso di cambiamento radicale, orientato verso una gestione più responsabile e lungimirante.
Il futuro della Basilicata dipende dalla capacità di affrontare le sfide con coraggio, determinazione e un profondo senso di responsabilità verso i cittadini.








