L’azione della Giunta regionale della Basilicata in merito alla gestione dei conguagli relativi al bonus gas è al centro di un’aspra contestazione da parte dell’opposizione consiliare, che chiede una revisione immediata e una profonda trasparenza.
L’iniziativa, definita da più esponenti politici come una manovra di comunicazione opportunistica piuttosto che un effettivo supporto alle famiglie in difficoltà, sta generando confusione e disorientamento tra i cittadini lucani.
Un fronte comune, composto da rappresentanti del Movimento 5 Stelle (Alessio Araneo e Viviana Verri), del Partito Democratico (Piero Marrese, Roberto Cifarelli e Piero Lacorazza), di Av-Psi-Bd (Antonio Bochicchio), e di Basilicata Casa Comune (Giovanni Vizziello e Angelo Chiorazzo), ha espresso profonda preoccupazione per la gestione del programma.
La criticità principale risiede nella mancanza di chiarezza e di comunicazione efficace riguardo ai calcoli alla base dei conguagli richiesti.
Le famiglie si trovano a dover restituire somme alle compagnie fornitrici senza una spiegazione comprensibile e dettagliata, alimentando un clima di incertezza e sfiducia.
Piero Marrese ha sottolineato come la confusione generata testimoni la natura propagandistica dell’iniziativa, evidenziando come l’assenza di informazioni adeguate renda impossibile per i cittadini comprendere la logica sottostante le richieste di rimborso.
La richiesta di sospensione delle procedure di conguaglio si configura come un atto necessario per permettere una revisione approfondita del processo e per evitare ulteriori disagi ai cittadini.
Alessio Araneo ha posto l’accento sulla necessità di una completa trasparenza riguardo ai costi sostenuti dalla Regione per l’implementazione del bonus, chiedendo un resoconto dettagliato delle spese effettuate e dei criteri di ripartizione dei fondi.
Questa richiesta di accountability mira a garantire che l’operazione non comporti un onere eccessivo per le casse regionali e che le risorse siano utilizzate in modo efficiente ed equo.
Il paradosso intrinseco del sistema, come ha concluso Marrese, sta nel fatto che i conguagli sono richiesti a coloro che, ironicamente, sono stati i maggiori beneficiari del bonus, ovvero le famiglie che hanno consumato meno energia, in linea con uno dei principi fondanti della normativa istitutiva del beneficio stesso.
Questo aspetto, lungi dal mitigare la critica, ne rafforza la percezione di un sistema distorto e inadeguato, che non riesce a raggiungere gli obiettivi di equità e sostegno alle fasce più vulnerabili della popolazione.
La situazione richiede, pertanto, un’azione correttiva immediata e una profonda riflessione sull’efficacia e l’equità delle politiche regionali in materia di sostegno energetico.