La coalizione di centrodestra, a sostegno dell’amministrazione Bardi, interviene con fermezza per disinnescare una campagna di disinformazione nata da un’interpretazione erronea e da accuse infondate.
L’etichetta di “ritorno dei vitalizi” applicata a questa nuova disciplina è, a loro avviso, tecnicamente imprecisa e fuorviante.
Si tratta, in realtà, di un sistema contributivo, un principio elementare e verificabile: chi contribuisce, matura diritti; chi non contribuisce, non ne usufruisce.
Non si tratta di un assegno automatico o di un privilegio inatteso, ma di un percorso di accumulo legato ai versamenti individuali.
Il trattamento economico, al momento della maturazione, è determinato da criteri oggettivi e trasparenti, in linea con le aspettative di equità dei cittadini.
La struttura normativa è tutt’altro che agevole.
Al contrario, introduce elementi di controllo e limitazione: requisiti anagrafici e di permanenza in carica, divieti di cumulo di benefici, sospensioni in caso di rinnovi di incarico e clausole stringenti per comportamenti deontologicamente scorretti.
L’obiettivo è ridurre al minimo la discrezionalità politica e massimizzare la prevedibilità e la correttezza del sistema.
Un punto cruciale sollevato dalla coalizione è la necessità di garantire l’accessibilità alla politica a persone provenienti da contesti socio-economici diversi.
Demonizzare ogni forma di protezione contributiva rischia di relegare la partecipazione politica a una élite privilegiata, perpetuando disuguaglianze sociali.
Il diritto a una tutela differita, costruita attraverso versamenti volontari e regolamentati, rappresenta un principio di equità e inclusione.
Con particolare veemenza, viene respinta l’accusa di riduzione delle risorse destinate ai soggetti fragili e alle politiche sociali.
Tale associazione è giudicata irresponsabile e manipolativa, in quanto genera allarme e ingiustamente strumentalizza la condizione di chi si trova in difficoltà.
Le risorse dedicate a disabilità, bisogni sociali e assistenza sanitaria rimangono inviolabili e prioritarie.
Per quanto riguarda la questione della retroattività, viene chiarito che si tratta di un’opzione facoltativa, non obbligatoria.
Chi desidera coprire periodi pregressi, può farlo attraverso modalità di versamento previste dalla normativa, senza automatismi o benefici ingiustificati.
Questa facoltà è distinta dalla struttura generale del sistema contributivo e non ne mette in discussione la natura.
Al fine di garantire massima trasparenza e accessibilità alle informazioni, l’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale predisporrà e pubblicherà una scheda tecnica dettagliata, che illustrerà i requisiti, i criteri di calcolo, le regole anti-cumulo, le modalità di sospensione e la tracciabilità delle risorse coinvolte.
La coalizione di governo non richiede una fiducia cieca, ma invita a una lettura attenta e responsabile degli atti normativi, per verificare personalmente la correttezza e l’equità del sistema.
A chi alimenta polemiche superficiali e slogan ingannevoli, viene posta una domanda diretta: dove si trova il punto in cui un beneficio viene riconosciuto senza un adeguato versamento di contributi? L’assenza di una risposta concreta rivela l’intento propagandistico e la mancanza di serietà di chi utilizza la questione per fini politici.
In conclusione, si pone fine a una stagione di ambiguità e privilegi occulti, introducendo un principio chiaro e comprensibile: chi desidera una tutela differita, deve sostenerla con i propri contributi, nel rispetto di regole rigide e trasparenti.
Chi, con azioni manipolative e accuse infondate, trasforma una norma contributiva in uno strumento di propaganda, non sta esercitando un’opposizione costruttiva, ma compiendo un atto di strumentalizzazione lesivo dell’interesse pubblico.






