La questione della gestione idrica in Basilicata si configura come un nodo cruciale, esacerbato da una frammentazione di approcci e dall’apparente mancanza di una visione strategica condivisa.
La recente richiesta di commissariamento, o l’alternativa delle dimissioni dell’assessore regionale all’agricoltura, Carmine Cicala, riflette una profonda inquietudine nell’ambito politico e, soprattutto, nella comunità lucana.
L’incongruenza tra le dichiarazioni provenienti dagli organi decisionali – l’assessore che nega la necessità di uno stato di emergenza, mentre il presidente Bardi sostiene il contrario – è un sintomo evidente di un problema più ampio: l’assenza di strumenti di pianificazione e programmazione adeguati.
Senza un quadro organico e condiviso, le azioni si rivelano frammentarie, inefficaci e spesso contraddittorie, lasciando la popolazione esposta a rischi crescenti.
La gestione sostenibile della risorsa idrica non può essere confinata a interventi emergenziali e soluzioni tampone.
Richiede una visione a lungo termine, basata su dati precisi, analisi approfondite e un coinvolgimento attivo di tutti gli attori interessati, dai Comuni alle associazioni di categoria, fino ai tecnici e agli esperti del settore.
In questo contesto, l’iniziativa dei consiglieri regionali del Partito Democratico – Piero Lacorazza, Roberto Cifarelli e Piero Marrese – che hanno proposto cinque disegni di legge, assume un significato importante.
Queste proposte non si limitano a tamponare le attuali criticità, ma mirano a costruire le fondamenta di una politica idrica moderna e sostenibile.
Tra le proposte più significative, spicca la costituzione di un osservatorio permanente per il monitoraggio della risorsa idrica, in grado di raccogliere dati, analizzare tendenze e fornire indicazioni precise per la gestione.
Si propone inoltre una revisione delle percentuali regionali all’interno di Acqua del Sud, al fine di garantire una distribuzione più equa e trasparente delle risorse.
La riforma dei Consorzi di Bonifica, storicamente cruciali per la gestione dell’acqua e del territorio, è un altro punto chiave, così come l’esigenza di incrementare gli investimenti e di ridefinire la missione della Società Energetica Lucana, orientandola verso soluzioni innovative e sostenibili.
Infine, si pone l’attenzione sulla forestazione, essenziale per la regolazione del ciclo idrologico e la prevenzione del dissesto idrogeologico.
L’obiettivo è evitare che l’esperienza della governance regionale, pur con i suoi sforzi, si concluda con una perdita di opportunità e un impoverimento del territorio.
Si teme un peggioramento dei rapporti con aziende strategiche come Stellantis, una diminuzione della produzione petrolifera e, soprattutto, una riduzione sempre più grave della disponibilità di acqua, con conseguenze devastanti per l’agricoltura, l’economia e la qualità della vita dei cittadini lucani.
La sfida è quella di trasformare un problema urgente in un’opportunità per costruire un futuro più resiliente e prospero per la Basilicata.