Il femminicidio e le manifestazioni più ampie di violenza di genere rappresentano non solo un’emergenza sociale, ma una profonda ferita lacerante per l’intera comunità.
Affrontare questo fenomeno con la dovuta urgenza e responsabilità civile impone un’analisi complessa che vada oltre la mera reazione all’atto estremo, focalizzandosi sulle cause profonde e sui meccanismi culturali che lo alimentano.
L’iniziativa promossa dal Consiglio regionale della Basilicata, in sinergia con il Ministero della Giustizia e le diverse istituzioni presenti sul territorio, costituisce un passo cruciale verso una comprensione più articolata del problema.
Il convegno, con il sostegno di ordini professionali legali e psicologici, intende stimolare un dibattito costruttivo e orientato all’azione, non solo a livello locale, ma con implicazioni nazionali.
L’approccio delineato dalla vicepresidente Maddalena Fazzari è illuminante: il contrasto alla violenza non può limitarsi a misure repressive, quanto piuttosto a un intervento sistemico che intercetti il fenomeno a monte.
L’educazione, la prevenzione e la promozione di una cultura del rispetto si configurano come pilastri fondamentali.
Questo significa riprogettare il percorso formativo, a partire dalle scuole, per instillare nei giovani i valori della parità, dell’ascolto attivo e del consenso informato.
È imperativo smantellare stereotipi di genere obsoleti e modelli relazionali disfunzionali, che spesso si perpetuano in forma subliminale, ma non per questo meno dannose.
La cultura della parità non è un optional, bensì il fondamento di una società equa, prospera e libera dalla paura.
I giovani, custodi del futuro, devono assumersi la responsabilità di costruire un mondo in cui il rispetto sia la norma imprescindibile e la violenza, in ogni sua forma, venga radicalmente esclusa.
La violenza, prima di consumarsi in un atto estremo, si insinua nel quotidiano attraverso gesti, parole, silenzi complici.
Affermare il proprio diritto di dire no, chiedere aiuto, rompere il silenzio, sono atti di coraggio che liberano e responsabilizzano.
La vera forza risiede nella cura, nell’empatia, nella capacità di ascoltare e comprendere l’altro, non nell’esercizio di un potere distorto e distruttivo.
Le istituzioni hanno un ruolo cruciale da svolgere, traducendo l’impegno in strumenti concreti, risorse adeguate e leggi efficaci, garantendo alle vittime protezione e supporto.
La lotta alla violenza è una battaglia quotidiana, che richiede consapevolezza, coraggio e perseveranza.
Non possiamo rassegnarci a un conteggio infinito di vittime, ma dobbiamo agire con determinazione per costruire una società più giusta, sicura e rispettosa della dignità di ogni individuo.
L’obiettivo finale è spezzare il ciclo della violenza, garantendo alle nuove generazioni un futuro libero dalla paura e dall’oppressione.








