La crescente aridità che attanaglia Matera e il suo entroterra non si riduce a una mera questione tecnica, ma si configura come una sfida politica di vasta portata, evidenziando un profondo disallineamento tra l’amministrazione comunale guidata da Antonio Nicoletti e i gruppi di opposizione.
La persistente riluttanza del centrodestra ad affrontare apertamente la crisi idrica, unita a un’ostinata resistenza al confronto parlamentare, alimenta un clima di crescente tensione e preoccupazione nella comunità.
Da oltre un mese, una compagine di consiglieri comunali dell’opposizione, rappresentando una pluralità di voci e sensibilità, ha formalmente richiesto un dibattito urgente in consiglio comunale per esaminare la gravissima situazione che affligge Acquedotto Lucano e delineare un piano di emergenza strutturato.
Le reiterate respingimenti di tale richiesta, giustificati con motivazioni apparentemente marginali e strumentali, denotano un tentativo di eludere la responsabilità e occultare la reale portata del problema.
L’episodio emblematico – l’impossibilità di discutere della crisi idrica proprio nel giorno in cui nove sindaci della regione, accomunati dalla stessa difficoltà, invocavano l’attivazione dello stato di emergenza – è la punta dell’iceberg di un atteggiamento che l’opposizione definisce inequivocabilmente un “atto di censura” nei confronti della collettività.
La mozione presentata dall’opposizione non si limita a una mera denuncia, ma si articola in un’analisi dettagliata delle profonde criticità che affliggono il sistema Acquedotto Lucano.
La situazione finanziaria è drammatica: un ammontare ingente di crediti inesigibili (24 milioni) testimonia la gestione opaca verso consorzi in stato di fallimento; un debito complessivo che si impenna a 108 milioni, con ingenti somme da saldare a fornitori strategici come Enel (36 milioni) e lo stesso Acquedotto Pugliese (14 milioni), evidenzia una gestione finanziaria insostenibile.
Il tentativo di ricorso a un aumento di capitale, inizialmente prospettato come soluzione, si è rivelato un miraggio, a causa della reticenza di Regione e Comuni a intervenire, un segnale chiaro della mancanza di una governance efficiente e di una visione strategica a lungo termine.
Di fronte a questo scenario allarmante, i consiglieri dell’opposizione rivolgono al sindaco un’esplicita richiesta di trasparenza e responsabilità: un resoconto dettagliato delle iniziative già intraprese, un calendario preciso delle azioni future e, soprattutto, una strategia complessiva e condivisa per affrontare la crisi idrica che incombe sul territorio.
La comunità materana merita risposte chiare e concrete, non silenzi imbarazzati e giustificazioni pretestuose.
L’acqua è un bene primario, un diritto fondamentale, e la sua gestione richiede un impegno politico coraggioso e una collaborazione istituzionale sincera.
L’ombra della siccità non può essere dissipata con l’elusione e l’immobilismo.






