mercoledì 1 Ottobre 2025
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Matera-Tricarico: un percorso di fede e penitenza per la pace.

Nell’ottica di un profondo rinnovamento spirituale e di un impegno concreto verso la pace, l’Arcidiocesi di Matera-Irsina e la Diocesi di Tricarico annunciano un percorso di riflessione e penitenza, in risposta all’appello universale del Papa Leone.
Questa iniziativa, ufficialmente presentata in concomitanza con l’annuncio del tema del Carro Trionfale della Madonna Bruna 2026, rappresenta un atto di fede radicato nella tradizione e proiettato verso le sfide del presente.

Il mese di ottobre si configura come un tempo di intensificazione della preghiera comunitaria, un’eco dell’invito papale che sollecita a rivolgersi al Signore con fervore, affidando a Lui le angustie e le speranze dell’umanità.
Lungi dall’essere un mero atto formale, questo impegno mira a instillare un senso di responsabilità condivisa, un’intenzione collettiva di intercessione mariana, invocando la protezione della Madonna Bruna, protettrice dei Sassi, e la materna consolazione di Maria del Santuario di Fonti, sorgente di grazia e consolazione.
Monsignor Benoni Ambarus, presule delle due Chiese, ha espresso un appello sentito e appassionato, esortando i fedeli a trasformare la preghiera in un atto di compassione e solidarietà.
In un mondo lacerato da conflitti fratricidi e segnato da sofferenze indicibili, l’invito è quello di accogliere la Madre con il peso delle ferite altrui: il dolore dei genitori che hanno perso i figli, l’angoscia degli orfani, la disperazione di chi è schiacciato dalla guerra.
Non si tratta solo di lamentare l’assurdità della violenza, ma di abbracciare attivamente il lutto altrui, cercando di lenire le ferite con la preghiera e l’azione concreta.

Al di là della preghiera, l’iniziativa prevede un cammino penitenziale attraverso il digiuno settimanale.

Ogni venerdì, i fedeli sono invitati a praticare l’astinenza da un pasto completo, consumando unicamente pane e acqua, un gesto simbolico di rinuncia e condivisione con chi soffre.
Questa rinuncia personale si concretizza poi in un atto di solidarietà tangibile: il denaro risparmiato verrà devoluto, tramite i canali diocesani, al Patriarcato di Gerusalemme, destinato a fornire assistenza alimentare e supporto umanitario alla popolazione di Gaza, testimoniando un concreto gesto di vicinanza in un contesto di estrema vulnerabilità.
Questa iniziativa, più che un semplice atto di pietà religiosa, si configura come un invito alla conversione personale e alla costruzione di una comunità più giusta e solidale, un percorso di fede che si traduce in azione concreta per la promozione della pace e la difesa della dignità umana.

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