La necessità di una riflessione storica profonda si fa urgente in un’epoca segnata da superficialità e improvvisazione, un contrasto netto con i tempi in cui la politica incarnava responsabilità e rigore.
Questa osservazione, espressa dal Presidente del Consiglio regionale della Basilicata, Marcello Pittella, in occasione dell’evento dedicato ad Aldo Moro e condotto dal giornalista Marco Damilano, sottolinea l’importanza di recuperare una memoria condivisa e di contrastare la frammentazione del pensiero indotta dalla cultura digitale.
L’iniziativa, promossa dal Consiglio regionale della Basilicata, in collaborazione con diverse istituzioni e patrocinata dal Comune di Potenza, si inserisce nel contesto della rassegna “Consiglio e Cultura: la casa dei lucani”, un’occasione per riaffiorare valori e principi che troppo spesso rischiano di essere dimenticati.
Pittella ha evidenziato come la ricerca della “verità” sia oggi manipolata dai social media, trasformandosi in un insieme di titoli e slogan che creano una distorta percezione della realtà.
Un appello alla responsabilità è rivolto alla classe dirigente, esortata a rimanere all’altezza delle sfide e a pretendere qualità, non solo negli altri, ma soprattutto in sé stessa, evitando giustificazioni superficiali che rappresenterebbero un tradimento verso il passato e verso il futuro.
Il messaggio dell’incontro, come ha sottolineato il Presidente dell’Assemblea, trascende la politica locale, abbracciando concetti universali come la solidarietà, l’umiltà e il valore intrinseco dell’individuo, radicato nelle relazioni umane e nella vita comunitaria.
È cruciale superare le logiche di convenienza e le divisioni artificiali, che non fanno altro che impoverire la società e compromettere il ruolo della politica.
Il Vicepresidente del Consiglio regionale, Angelo Chiorazzo, ha richiamato l’importanza di ricordare figure di spicco come Aldo Moro, non come un mero esercizio mnemonico, ma come un monito costante alla responsabilità politica e istituzionale.
Moro, uomo di dialogo, mediazione e inclusione, incarnò un modello di politica improntato alla ricerca del consenso e alla cooperazione internazionale, valori che devono rimanere saldamente ancorati alla coscienza collettiva e agli interessi nazionali.
Un’attenzione particolare è stata dedicata alla legge n.
962 del 1967, promossa da Moro contro il genocidio, un atto legislativo di straordinaria lungimiranza che testimonia l’impegno del politico nella difesa dei diritti umani e nella prevenzione delle atrocità, una legge che, con la sua attualità, continua a offrire strumenti preziosi per affrontare le sfide del presente.
Ricordare Moro significa, quindi, riflettere sulla sua eredità, trarre ispirazione dai suoi principi e rinnovare l’impegno per una politica basata sul dialogo, la solidarietà e la giustizia.







