L’inizio di un nuovo anno scolastico rappresenta una chiamata profonda, un’opportunità condivisa per incarnare un progetto educativo ambizioso e trasformativo.
Questo è il messaggio che l’arcivescovo di Potenza, monsignor Davide Carbonaro, rivolge alla comunità studentesca, invitando tutti a partecipare attivamente a questa impresa collettiva.
Si tratta di un percorso di crescita non solitaria, ma sinergico: un cammino comune che si snoda tra le vie della sapienza, non come mera riproduzione di nozioni, ma come seme di intelligenza e consapevolezza piantato nel cuore di ciascuno.
Un impegno costante, intriso di entusiasmo, è fondamentale, poiché il contesto attuale presenta sfide complesse e richiede percorsi formativi audaci e proiettati verso il futuro.
La scuola del merito non si definisce attraverso indicatori puramente quantitativi, ma si rivela nell’incontro profondo tra lo sguardo dell’insegnante e quello dell’alunno, un dialogo che trascende il programma didattico per abbracciare l’umanità condivisa.
È una scuola che accoglie i più fragili insieme ai più brillanti, formandoli non per competere, ma per diventare portatori del meglio di sé, cittadini attivi, promotori di pace e sostenitori del bene comune.
In un’epoca segnata da conflitti e disuguaglianze, quando il grido di speranza delle giovani generazioni si fa sempre più pressante, la scuola ha il dovere di ripudiare la violenza e di promuovere attivamente scelte di pace, a partire dalla convivenza pacifica tra i banchi di scuola.
Questa pace, generata dall’esempio e dalla condivisione, diventerà una forza motrice per un presente più giusto e un futuro più sereno.
Un appello particolare è rivolto agli studenti affinché non dimentichino i loro coetanei che, in altre parti del mondo, vivono sotto il peso di guerre devastanti, privati del diritto all’istruzione e alla sicurezza.
Sono giovani come loro, segnati da ferite profonde che lasceranno un segno indelebile.
La scuola, in questo senso, diventa un rifugio, un luogo di accoglienza e di speranza.
Monsignor Carbonaro invita a trasformare la scuola in una casa dove il creato non sia solo oggetto di studio e analisi, ma luogo di amore e di rispetto.
Un luogo dove si coltivano buone pratiche che generano consapevolezza, senso di responsabilità e la profonda convinzione di essere custodi del patrimonio che il divino ci ha donato.
Un patrimonio che, con cura e dedizione, dobbiamo consegnare alle future generazioni, intatto e senza ferite, affinché possa continuare a fiorire e a nutrire la speranza di un mondo migliore.
La scuola, quindi, è chiamata a essere non solo un luogo di apprendimento, ma un laboratorio di umanità, un seme di speranza per un futuro più giusto e pacifico.