L’esito del referendum costituzionale del 23 e 24 giugno si configura come un momento cruciale per il futuro della Repubblica Italiana, un’occasione imprescindibile per esercitare la sovranità popolare e definire il perimetro dei diritti fondamentali. In questo contesto, figure di spicco come l’onorevole Roberto Speranza, esponente di primo piano del Partito Democratico, hanno scelto di mobilitare la propria voce a sostegno di un voto positivo, ribadendo l’importanza di una partecipazione civica massiccia.La mobilitazione a Potenza, in piazza Duca della Verdura, nell’ambito dell’iniziativa conclusiva della campagna referendaria promossa dalla CGIL Basilicata, ha rappresentato un punto di convergenza tra diverse sensibilità politiche e sindacali, tutte accomunate dalla volontà di preservare conquiste sociali e rafforzare il ruolo dei cittadini nella vita democratica.Il voto “sì” non si configura semplicemente come una scelta procedurale, ma come un atto di difesa dei principi cardine che fondano la Costituzione Italiana. In un’epoca segnata da crescenti disuguaglianze economiche e sociali, da tentativi di erosione dei diritti del lavoro e di limitazione della partecipazione popolare, la Costituzione si erge a baluardo imprescindibile per la tutela dei più deboli e per la garanzia di una società più equa e solidale.L’appello alla partecipazione, lanciato dall’onorevole Speranza, assume quindi un significato particolarmente rilevante. L’astensione, infatti, non è mai una scelta neutra: essa depaupera la legittimità del processo democratico e favorisce l’affermazione di posizioni conservatrici e autoritarie. Un’ampia affluenza alle urne, al contrario, costituisce una dimostrazione tangibile della vitalità della democrazia italiana e della volontà dei cittadini di incidere attivamente sulle decisioni che riguardano il loro futuro.La destra politica, caratterizzata da un approccio improntato alla cautela e alla reticenza, ha deliberatamente alimentato la narrazione dell’irrilevanza del referendum, incoraggiando l’astensione come strategia per indebolire l’iniziativa popolare. Questa tattica, volta a delegittimare il voto e a ridurre la partecipazione, risponde a un disegno più ampio di revisione dei principi costituzionali e di limitazione dei diritti sociali.In definitiva, il voto “sì” al referendum rappresenta un atto di responsabilità civica, un segnale forte a favore di una società più giusta, inclusiva e democratica. È un’occasione per riaffermare la centralità del cittadino nella vita della Repubblica e per rafforzare i pilastri della Costituzione Italiana, patrimonio inestimabile di valori e principi che appartengono a tutti noi. La partecipazione attiva è il presupposto imprescindibile per la costruzione di un futuro migliore per l’Italia.
Referendum, Speranza appella: Votate Sì per difendere la Costituzione
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