Venosa, città lucana incastonata in un crocevia di influenze secolari, incarna un’eredità complessa di interscambio culturale.
Più che una semplice località geografica, Venosa è stata, per secoli, un laboratorio di convivenza, un luogo dove le voci del mondo latino, greco, cristiano ed ebraico si sono intrecciate, generando un tessuto sociale e culturale unico.
L’integrazione della comunità ebraica, profondamente radicata nel tessuto cittadino e protagonista attivo nello sviluppo economico e culturale del territorio, ne è una testimonianza tangibile.
Questa storia non è solo un resoconto del passato; è un monito, un invito a riflettere sulla possibilità di costruire ponti, superare le divisioni e abbracciare un futuro fondato sul dialogo e il rispetto delle diversità.
Questa consapevolezza storica ha guidato il Consiglio Comunale di Venosa, “città di Orazio”, nell’approvare, con un ampio consenso (12 voti favorevoli e quattro astensioni), una mozione di riconoscimento dello Stato della Palestina.
L’atto deliberativo non si limita a una dichiarazione di circostanza, ma si configura come un gesto di profonda solidarietà verso il popolo palestinese.
La mozione, elaborata con attenzione ai principi fondamentali del diritto internazionale, ribadisce il sostegno alla legittima aspirazione palestinese all’autodeterminazione, alla sovranità e alla realizzazione di una pace duratura.
Non si tratta di una presa di posizione ideologica, ma di un’affermazione di valori universali: il diritto di ogni popolo a scegliere il proprio destino, il diritto a vivere in sicurezza e dignità, il rispetto dei diritti umani fondamentali.
Riconoscere lo Stato della Palestina significa anche abbracciare la speranza di un futuro di stabilità e prosperità per l’intera regione, un futuro in cui le tensioni e i conflitti possano essere risolti attraverso il dialogo e la cooperazione, un futuro che onori l’eredità di Venosa, città di confine e di incontro, custode di una storia di convivenza e di speranza.
La decisione del Consiglio Comunale rappresenta un passo concreto verso la promozione di una politica estera basata sulla giustizia, l’equità e la solidarietà internazionale.