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mercoledì 29 Ottobre 2025

Violenza di genere: fiducia nelle istituzioni, chiave per la protezione.

La persistenza di leggi e normative, pur in numero considerevole, non garantisce di per sé la sicurezza e la protezione delle donne.

La lacuna cruciale risiede nella diffusa perdita di fiducia verso le istituzioni, un freno che paralizza la segnalazione di comportamenti abusivi e violenti, tanto nell’ambiente scolastico quanto in quello lavorativo e, più in generale, nella vita sociale.

Questa constatazione, espressa durante un convegno dedicato al femminicidio e alle violenze di genere, evidenzia un problema strutturale che va ben oltre la mera assenza di leggi adeguate.
L’omogeneizzazione dei percorsi di supporto e prevenzione a livello nazionale rappresenta un imperativo.
La frammentazione degli interventi regionali crea disservizi e ostacola l’accesso a risorse fondamentali per le vittime e per chi assiste a situazioni di potenziale pericolo.

È necessario un approccio integrato e coordinato, che tenga conto delle specificità territoriali, ma che garantisca standard minimi di protezione e assistenza in tutto il Paese.

Il dibattito pubblico, spesso innescato da tragici eventi di cronaca nera, non coglie la vera portata del fenomeno.

Dietro ogni femminicidio si celano anni di abusi psicologici, economici e fisici, che lasciano cicatrici profonde nelle vittime e nei loro cari.
La violenza, nella sua forma più subdola, si manifesta quotidianamente, spesso senza sfociare in conseguenze fatali, ma con effetti devastanti sulla psicosi, sull’autostima e sulla qualità della vita delle donne.

La crescente incidenza di denunce e maltrattamenti nei confronti delle fasce più vulnerabili della popolazione, in particolare le donne, non è un dato casuale.
È un campanello d’allarme che segnala l’inadeguatezza di un modello culturale ancora profondamente radicato in stereotipi di genere e relazioni di potere squilibrate.
Non è sufficiente promulgare leggi più severe; è essenziale promuovere un cambiamento culturale profondo, che investa le coscienze e modifichi i comportamenti.
Questo cambiamento deve partire dall’educazione, coinvolgendo attivamente le giovani generazioni in scuole, luoghi di lavoro e spazi di aggregazione.
L’educazione non deve limitarsi alla trasmissione di conoscenze, ma deve promuovere l’empatia, il rispetto reciproco, l’autonomia e la consapevolezza dei propri diritti.
È fondamentale decostruire gli stereotipi di genere, promuovere l’uguaglianza e incoraggiare la segnalazione di comportamenti inappropriati, creando un clima di fiducia e sostegno per le vittime.
Solo attraverso un impegno collettivo e un profondo cambiamento culturale sarà possibile contrastare efficacemente la piaga della violenza di genere e garantire a tutte le donne il diritto a una vita libera dalla paura e dalla sopraffazione.

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