Potenza, nuova stagione: ambizioni oltre il settimo posto.

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L’orizzonte stagionale del Potenza, guidato dal tecnico Pietro De Giorgio, si proietta verso il campionato di Serie C (girone C) con un’aspirazione che va ben oltre la semplice replica dei risultati ottenuti nella passata annata.

Il settimo posto conquistato rappresenta un solido punto di appoggio, ma l’amarezza per l’eliminazione nei playoff, un brusco risveglio suggellato dal fatale rigore fallito da Caturano contro il Catania, ha lasciato un segno indelebile nel gruppo.
Non si tratta quindi di un obiettivo puramente quantitativo – migliorare la classifica, ridurre le reti subite, incrementare il bottino di punti – quanto di un percorso di crescita complessiva, un’evoluzione che abbracci sia l’aspetto tecnico-tattico che quello psicologico.

L’esperienza dei playoff ha rivelato fragilità da superare, un’insufficienza nel gestire la pressione nei momenti cruciali.

De Giorgio sottolinea con chiarezza che la performance, la qualità del gioco espresso, costituisce la vera bussola per il raggiungimento del successo.

Si auspica un ritorno alla mentalità vincente, all’affermazione di una forte identità di squadra, unita alla capacità di interpretare il calcio con vivacità e inventiva.

Non si tratta solo di “essere” una squadra, ma di “incarnare” un’idea di gioco, un approccio che mescoli solidità difensiva e brillantezza offensiva.

L’allenatore intende riscoprire il piacere di giocare, di esprimere un calcio propositivo, basato sulla costruzione del gioco e sulla valorizzazione del talento individuale, sempre al servizio del collettivo.

Si tratta di infondere nei giocatori la convinzione di poter competere ad alti livelli, di affrontare ogni sfida con coraggio e determinazione, ma anche con intelligenza e consapevolezza.

La partita di domani contro il Giugliano rappresenta il battesimo del fuoco, un’occasione per gettare le basi di una stagione che ambisce a essere significativa, non solo in termini di risultati, ma soprattutto in termini di crescita e maturazione.

La squadra deve ritrovare la propria voce, la propria anima, e risorgere più forte e consapevole di prima.

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