Nell’ambito di un’indagine volta a fare luce sugli episodi di grave violenza e disordine che hanno infiammato la partita Taranto-Sorrento, disputata l’8 febbraio scorso allo stadio Viviani di Potenza, il questore Raffaele Gargiulo ha disposto l’emissione di quattro Daspo, provvedimenti che impongono restrizioni di accesso alle manifestazioni sportive.
L’evento, che si è concluso con un netto 6-0 a favore del Sorrento, è stato profondamente segnato da un’esplosione di rabbia e frustrazione da parte dei tifosi tarantini, rivolte contro la dirigenza della squadra, oggetto di una successiva esclusione dal campionato per irregolarità.
La protesta, innescata da una complessa combinazione di fattori societari e sportivi, si è manifestata attraverso un lancio massiccio di ordigni pirotecnici che ha interrotto il gioco per oltre un quarto d’ora, costringendo all’intervallo con un risultato di 5-0 in favore degli ospiti.
La scelta di schierare in campo una formazione composta prevalentemente da giovani promesse del Taranto, a causa delle circostanze che hanno coinvolto la prima squadra, ha accentuato il senso di smarrimento e delusione tra i sostenitori.
I quattro Daspo disposti dal questore variano in durata, da uno a cinque anni, riflettendo la gravità dei comportamenti riscontrati e la presenza di precedenti penali.
Tre dei provvedimenti sono stati indirizzati a persone maggiorenni, mentre uno è rivolto a un minorenne con una storia di violazioni relative alle manifestazioni sportive.
Questa distinzione sottolinea l’importanza, da un lato, di garantire la sicurezza pubblica durante gli eventi sportivi e, dall’altro, di intervenire con particolare severità nei confronti di individui recidivi, al fine di dissuadere comportamenti riprovevoli e proteggere l’integrità della disciplina sportiva.
L’episodio evidenzia, inoltre, la necessità di un’analisi più approfondita delle dinamiche che alimentano la violenza negli stadi, considerando fattori socio-economici e la percezione di ingiustizia da parte dei tifosi.
La vicenda pone interrogativi cruciali sul ruolo delle istituzioni sportive, delle forze dell’ordine e della società civile nel promuovere un ambiente sportivo sano e rispettoso delle regole, lontano da episodi che minano la passione e l’identità del calcio.