Il processo sul progetto ‘Bosconavigli’ che si terrà davanti al Tribunale di Milano alla fine di settembre rappresenta un importante capitolo nella storia dell’urbanistica della città. Questo complesso residenziale, destinato a sorgere nel suggestivo quartiere San Cristoforo, ha scatenato polemiche e controversie a causa delle accuse di lottizzazione abusiva e abuso edilizio rivolte all’architetto di fama internazionale Stefano Boeri e ad altre sei persone coinvolte, tra cui i dirigenti comunali Alberto Viaroli e Giovanni Oggioni.Giovanni Oggioni, ex direttore dello Sportello unico edilizia e membro della Commissione per il paesaggio, si trova al centro di varie inchieste sull’urbanistica cittadina e ha già affrontato un procedimento giudiziario legato al caso delle Torri Milano. La sua presenza nell’elenco degli imputati conferma la complessità e la delicatezza delle questioni legate alla pianificazione urbana e all’edilizia in una città come Milano, dove lo sviluppo sostenibile e il rispetto del patrimonio storico-artistico sono temi centrali.Il processo rappresenta quindi non solo un momento cruciale per fare chiarezza su presunte irregolarità commesse nel contesto del progetto ‘Bosconavigli’, ma anche un’opportunità per riflettere sulle sfide e le responsabilità legate alla gestione del territorio urbano. La presenza di figure di spicco come Stefano Boeri nell’elenco degli imputati solleva interrogativi sulla responsabilità sociale degli architetti e dei professionisti coinvolti nella trasformazione della città, evidenziando la necessità di una maggiore trasparenza e controllo nelle pratiche urbanistiche.
Processo ‘Bosconavigli’: sfide e responsabilità nella pianificazione urbana di Milano
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