Le attiviste del movimento Femen hanno nuovamente fatto sentire la loro voce in modo provocatorio a San Pietro, un luogo già affollato di pellegrini e turisti. Oggi è stata una donna ucraina a tentare di avvicinarsi al bambinello del presepe situato al centro della piazza, con l’intenzione di esporre sul proprio corpo due scritte significative: “Dov’è il mio bambino” e, sulla schiena, “Putin è un criminale mondiale”. La sua azione è stata prontamente interrotta dagli agenti della polizia dell’Ispettorato vaticano presenti sul posto per garantire la sicurezza. Questo episodio ha suscitato dibattiti e reazioni contrastanti tra coloro che difendono il diritto alla libertà di espressione e chi condanna queste forme di protesta più estreme. La presenza delle Femen continua a sollevare questioni sulla necessità di trovare modalità efficaci ed appropriate per portare avanti le proprie battaglie senza ricorrere a gesti che possano generare tensioni o violenze. Il confronto tra diversi punti di vista rimane aperto, mentre le autorità vaticane si preparano ad affrontare eventuali futuri episodi simili con determinazione e prudenza.
Proteste Femen a San Pietro: dibattito sulla libertà di espressione
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