27 febbraio 2024 – 20:12
La comunità artistica e culturale si è sollevata in protesta contro la partecipazione di Israele alla Biennale di Venezia, scagliando un’accusa diretta nei confronti della fondazione lagunare. Il neonato collettivo “Art Not Genocide Alliance” (Anga) ha lanciato un attacco esplicito, sottolineando il mancato prendere posizione della Biennale nei confronti dello Stato mediorientale coinvolto negli attacchi a Gaza e confermando la sua presenza con un padiglione nazionale all’Esposizione internazionale d’Arte. Il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano ha reagito prontamente e indignato, definendo l’atteggiamento del collettivo “inaccettabile e vergognoso”, accusandolo di minacciare la libertà di pensiero e espressione creativa in Italia. Sangiuliano difende il diritto di Israele ad esprimere la propria arte come dovere nei confronti del popolo israeliano, soprattutto in momenti difficili come quelli segnati da attacchi terroristici spietati.La Biennale ha deciso di non commentare direttamente la polemica, evidenziando le differenze rispetto ai precedenti episodi di boicottaggio internazionale. Il gruppo “No al Padiglione del Genocidio”, formato da artisti, curatori, scrittori e operatori culturali provenienti da tutto il mondo, ha lanciato una petizione per escludere uno Stato coinvolto in massacri contro il popolo palestinese. I promotori denunciano un presunto doppio standard nella gestione delle partecipazioni alla Biennale, citando casi come quello del Sudafrica durante l’apartheid o della Russia durante la guerra in Ucraina.Mentre il “Padiglione della Fertilità” di Israele prende forma ai Giardini della Biennale con il tema della maternità, i firmatari della petizione criticano aspramente l’evento sottolineando le vittime del genocidio a Gaza e le violenze perpetrate contro le donne palestinesi. Secondo loro, qualsiasi rappresentanza ufficiale di Israele nel contesto culturale internazionale equivale a legittimare politiche ritenute genocidiarie. Il Movimento Cinque Stelle replica alle difese della Biennale con Gaetano Amato, evidenziando altri casi controversi che mettono in discussione la coerenza nella tutela della libertà di espressione.