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venerdì 7 Novembre 2025

Imprese straniere in Italia: crescita resiliente e nuove dinamiche

Il tessuto imprenditoriale italiano continua a evolversi, arricchendosi con un contributo sempre più significativo da parte di imprese guidate da stranieri.
I dati aggiornati a fine giugno 2025, elaborati nell’ambito del progetto Futurae e presentati dal report semestrale di Unioncamere e InfoCamere, rilevano un incremento del 1,7% rispetto all’anno precedente, portando il numero totale a 678.000 unità.

Questo dato, apparentemente modesto, cela dinamiche complesse che meritano un’analisi approfondita.
Sebbene le nuove iscrizioni (circa 37.000) abbiano subito una flessione rispetto al 2024, con una diminuzione di 267 unità, le cessazioni, pari a 20.754 (-804 rispetto all’anno precedente), non sono riuscite a contrastare completamente questa tendenza, lasciando un saldo positivo di oltre 16.000 imprese.
Questo saldo, interpretato correttamente, suggerisce una resilienza del sistema imprenditoriale migrante, capace di superare le difficoltà e di consolidarsi nel tempo.

Un elemento cruciale per comprendere questa crescita è l’analisi settoriale.
Le costruzioni (+3,2%) e l’agricoltura (+3,7%) si confermano motori trainanti, beneficiando probabilmente di dinamiche specifiche legate alla ripresa post-pandemica e a investimenti mirati.

Il settore terziario, con il commercio come componente predominante (275.000 imprese), mostra segnali di ripresa, seppur modesti (+0,1%), mentre l’industria manifatturiera, con oltre 2.000 imprese straniere, registra una crescita più consistente (+1,1%), indicando una progressiva diversificazione delle attività imprenditoriali migranti.

La prevalenza delle società di capitale, cresciute dell’11,4% e superando le 147.000 unità, segnala una tendenza all’evoluzione strutturale e alla ricerca di forme societarie più complesse, spesso associate a progetti di maggiore portata.

Tuttavia, le imprese individuali, pur rappresentando ancora il 72% del totale, evidenziano la persistenza di un modello imprenditoriale caratterizzato da flessibilità e immediatezza, spesso legato a competenze specialistiche e a reti di relazioni personali.

La concentrazione geografica delle imprese straniere è un altro elemento chiave da considerare.
Il Nord Ovest, con il 32% del totale, si conferma il polo di attrazione principale, beneficiando di un contesto economico più dinamico e di una maggiore disponibilità di risorse e opportunità.
La crescita più sostenuta registrata in questa area (+3,6%) riflette la capacità di attrarre investimenti e di creare un ambiente favorevole all’imprenditoria migrante.

Il Nord Est segue a ruota (+2,8%), mentre il Mezzogiorno mostra segni di rallentamento (-0,5%), evidenziando le disparità territoriali e le sfide specifiche che questo territorio deve affrontare.
Al Centro, la componente straniera rimane stabile (+0,3%).
A livello provinciale, Prato si distingue per l’alta incidenza di imprese straniere (32,7%), seguita da Trieste (20%).
L’ascesa di Imperia (18,2%) a discapito di Firenze (18,1%) riflette mutamenti nelle dinamiche economiche locali e nelle preferenze di localizzazione degli imprenditori migranti.

Al contrario, Barletta-Andria-Trani si posiziona con la minor incidenza, suggerendo la necessità di interventi mirati per stimolare l’imprenditoria in queste aree.
L’analisi delle nazionalità, focalizzata sulle imprese individuali, rivela la prevalenza di imprenditori provenienti da Marocco, Romania e Cina, a testimonianza dei flussi migratori storici e delle competenze specifiche apportate da questi gruppi.
Questo dato sottolinea l’importanza di politiche di integrazione e di supporto all’imprenditoria locale, capaci di valorizzare le risorse umane e di promuovere lo sviluppo economico del territorio.
La diversificazione delle provenienze, pur mantenendo queste tre nazionalità in posizione apicale, indica un’evoluzione nel panorama migratorio e una crescente integrazione nel tessuto economico italiano.

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