Il dato di 1.702 donne liguri attualmente assistite dai Centri Antiviolenza (CAV) e dalle Unità di Accoglienza (CUAV) regionali, emerge come una fotografia complessa, tracciata in occasione della Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne.
Più che un semplice numero, questo dato riflette un intricato mosaico di vulnerabilità, coraggio e un’urgente necessità di intervento strutturale.
L’aumento di circa cento donne rispetto alla rilevazione precedente, sebbene incoraggiante, non deve essere interpretato come un successo, ma come un sintomo di una maggiore consapevolezza e, conseguentemente, una maggiore propensione da parte delle vittime a cercare aiuto.
L’Assessore alle Pari Opportunità, Simona Ferro, evidenzia giustamente la dicotomia di questa realtà: da un lato, la rottura del silenzio e la ricerca di supporto rappresentano passi fondamentali verso la giustizia e la protezione; dall’altro, la persistenza di queste cifre impellente l’implementazione di strategie ancora più efficaci e mirate.
Il contrasto alla violenza di genere non può limitarsi alla mera assistenza, ma deve investire profondamente nell’educazione, nella prevenzione e nella decostruzione di stereotipi culturali che alimentano comportamenti abusivi.
Il 2025 vede un investimento di oltre 2 milioni di euro a sostegno dei CAV e CUAV, un segnale tangibile dell’impegno regionale.
Questa somma non è solo una risorsa finanziaria, ma un investimento nel capitale sociale e nel futuro della Liguria.
Integrare l’assistenza diretta con iniziative culturali e di sensibilizzazione si rivela cruciale per creare una cultura del rispetto e dell’uguaglianza che trascenda le generazioni.
I dati specifici sui CAV territoriali – Genova, La Spezia, Savona e Imperia – sottolineano la disomogeneità della distribuzione del fenomeno e la necessità di adattare gli interventi alle specifiche esigenze locali.
L’elevato numero di nuove richieste di aiuto (1.030 nel 2024) testimonia la radicata presenza di dinamiche violente, ma anche la crescente capacità dei centri di individuare situazioni di rischio e offrire un percorso di protezione e autonomia.
L’impegno regionale si traduce in un ricco calendario di eventi per il 25 novembre, che coinvolge scuole e artisti.
L’iniziativa “Pari Opportunità a Scuola” e l’installazione performativa “Siamo molte, siamo una” sono esempi concreti di come la sensibilizzazione possa trasformarsi in azione collettiva.
La catena di filo rosso, simbolo tangibile di responsabilità condivisa, incarna il concetto che l’eliminazione della violenza di genere è un obiettivo che richiede l’impegno di tutta la comunità, educando i giovani, sostenendo le vittime e promuovendo una cultura del rispetto e dell’uguaglianza che permei ogni aspetto della vita sociale.
La sfida è costruire una Liguria libera dalla paura, dove ogni donna possa vivere in sicurezza e dignità.







