venerdì 5 Dicembre 2025

Reti fantasma: salvata la Liguria, 450 kg di plastica rimossi.

Un’operazione di portata significativa ha recentemente concluso la sua attività nell’Area di Tutela Marina di Capo Mortola, in Liguria, rimuovendo oltre 450 chilogrammi di “reti fantasma” – relitti di attività di pesca abbandonati o persi – dai delicati fondali.
L’intervento, orchestrato dall’organizzazione non profit Worldrise, con il sostegno di SC Johnson, rappresenta un passo cruciale in un impegno decennale volto alla salvaguardia degli ecosistemi marini.

Le reti fantasma costituiscono una minaccia insidiosa e pervasiva per la biodiversità oceanica.

Agendo come trappole silenziose, continuano a causare danni anche a distanza di anni dalla loro dismissione.
Gli organismi marini, dalle specie ittiche ai crostacei, dalle tartarughe ai mammiferi, si ritrovano intrappolati, soffrendo lesioni, deperimento e morte.
Il processo di degradazione delle reti, esposto agli agenti atmosferici e all’azione biologica, non si arresta qui: la plastica si frammenta in microplastiche, contribuendo all’inquinamento diffuso che compromette la salute degli oceani e, in ultima analisi, la nostra stessa.

La complessa operazione di Capo Mortola ha visto la collaborazione di un team multidisciplinare, composto da subacquei altamente qualificati, biologi marini esperti e tecnici specializzati.

La rimozione delle reti è stata accompagnata da un’attività di monitoraggio e liberazione degli organismi intrappolati, tra cui esemplari di stelle marine, granchi e preziose gorgonie, indicatori della salute dell’ecosistema.
L’analisi approfondita delle reti recuperate ha permesso di ricostruire il loro grado di degrado e di stimare l’impatto ambientale subito.
Oltre alla rimozione fisica delle reti, l’iniziativa ha perseguito un obiettivo di sensibilizzazione, documentando l’intero processo attraverso un video immersivo che offre uno sguardo inedito sulla vita sottomarina e sul lavoro dei team di intervento.

Questa scelta comunicativa sottolinea l’importanza di diffondere la conoscenza dei problemi che affliggono gli oceani e di ispirare azioni concrete.
“Abbiamo recuperato oltre 1300 chilogrammi di reti fantasma finora,” sottolinea Mariasole Bianco, esperta di conservazione marina e Presidente di Worldrise.

“Questa azione non è solo una pulizia, ma un atto di restituzione: restituiamo al mare il suo futuro, il suo spazio vitale.
È un gesto che va al di là della semplice rimozione; è un investimento nella resilienza degli ecosistemi marini.
Ma agire non è sufficiente: è fondamentale raccontare, condividere le conoscenze, coinvolgere attivamente la comunità.

Solo trasformando la cura del mare in un movimento collettivo potremo garantire un futuro sostenibile per le generazioni a venire.
Dobbiamo promuovere una cultura della responsabilità e della stewardship ambientale, dove ogni individuo si senta parte integrante della soluzione.
” L’operazione di Capo Mortola rappresenta un esempio virtuoso di come scienza, tecnologia e comunicazione possano unirsi per proteggere la ricchezza e la fragilità del patrimonio marino.

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