Un’Inversione di Tendenza Fragile: Il Credito Bancario alle Imprese tra Disparità Regionali e Disuguaglianze StrutturaliDopo un periodo prolungato di contrazione, durato oltre due anni, il credito bancario erogato alle imprese italiane mostra segni di ripresa.
Tuttavia, questa inversione di tendenza, sebbene incoraggiante, rivela un quadro complesso e caratterizzato da profonde disparità territoriali e differenze significative tra le imprese di diversa dimensione.
Secondo i dati dell’Ufficio Studi della Cgia di Mestre, il patrimonio creditizio complessivo destinato alle attività economiche ha raggiunto i 647 miliardi di euro, con un incremento di quasi 5,5 miliardi rispetto all’inizio dell’anno.
Questa dinamica positiva, però, non si traduce in un beneficio uniforme per l’intero tessuto imprenditoriale.
Mentre le aziende con un organico superiore a 20 addetti hanno visto registrare un aumento del credito bancario pari all’1,5% (+8,2 miliardi di euro), le imprese più piccole, che costituiscono il cuore del sistema economico italiano (il 98% del totale), hanno subito una contrazione del 2,8% (-2,7 miliardi di euro).
Questa divergenza evidenzia una frattura significativa all’interno del panorama aziendale, con le micro e piccole imprese, fondamentali per l’occupazione (fornendo lavoro al 55% degli occupati al netto del settore pubblico), che faticano a recuperare il terreno perduto.
L’analisi territoriale rivela una mappa eterogenea.
Benché la ripresa del credito sia un fenomeno nazionale, quasi la metà delle province italiane non ha ancora beneficiato di questo miglioramento.
Particolarmente critiche rimangono Imperia e Prato, dove il credito alle imprese ha subito una diminuzione significativa, rispettivamente del 5,6% e del 5,7%.
Vercelli e Avellino seguono a ruota, con riduzioni analoghe.
Al contrario, Aosta si distingue per un’impennata del credito pari all’18,3%, seguita da Trieste e Oristano.
Tra i principali distretti economici, Roma (+4,1%), Bergamo (+3,4%), Firenze (+2,6%) e Milano (+2,2%) mostrano segnali di ripresa, ma con ritmi e intensità differenti.
Un elemento di particolare rilevanza è la contrazione degli impieghi registrata in Veneto, un trend negativo ininterrotto dal 2011.
In questi ultimi sette mesi, le banche hanno ridotto le erogazioni alle imprese di 868 milioni (-1,4%).
Questa situazione è interpretata come una conseguenza persistente della scomparsa di istituzioni bancarie locali come Antonveneta, Veneto Banca, Banca Popolare di Vicenza e Banco Popolare, eventi che hanno profondamente modificato il panorama finanziario regionale e lasciato un vuoto difficile da colmare.
Umbria e Molise seguono il Veneto in questa tendenza negativa.
L’analisi complessiva suggerisce che la ripresa del credito bancario alle imprese è un fenomeno fragile e disomogeneo, fortemente influenzato da fattori strutturali e territoriali.
Per garantire una ripresa sostenibile e inclusiva, è necessario un impegno concertato da parte delle istituzioni finanziarie, delle politiche pubbliche e delle imprese, volto a superare le barriere all’accesso al credito, sostenere le micro e piccole imprese e promuovere lo sviluppo economico equilibrato in tutte le regioni italiane.
La situazione evidenzia la necessità di una riflessione approfondita sulle dinamiche del sistema bancario italiano e sulle loro implicazioni per il tessuto produttivo del Paese.







