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lunedì 3 Novembre 2025

Sicilia motore d’Italia: +10,9% del PIL, una ripresa sorprendente.

L’Italia, uscita dalla fase acuta della pandemia, manifesta una ripresa economica differenziata, ma con la Sicilia che si distingue come motore di crescita più vigoroso a livello regionale.

Secondo recenti stime della Cgia di Mestre, supportate da analisi congiunturali di istituzioni come Bankitalia, Istat e Svimez, la crescita del Prodotto Interno Lordo siciliano, rispetto ai livelli pre-pandemia del 2019, si attesta a un significativo +10,9%.

Questo dato supera la media nazionale (+6,4%), e si posiziona al di sopra di realtà economiche di primo piano come Francia (+5%) e Germania (+0,2%), sebbene non raggiunga il ritmo di crescita registrato dalla Spagna (+10%).
La performance siciliana non è un evento isolato, ma il risultato di un’inerzia positiva che coinvolge l’intero Mezzogiorno, che come area geografica mostra una crescita dell’8,1%.

A fronte di questa dinamica, le altre aree nazionali presentano numeri più contenuti: Nordovest (+7,2%), Nordest (+5%), e Centro (+3,8%).

È interessante notare come la ripresa sia guidata da settori chiave come l’edilizia, il turismo e l’industria, che hanno saputo capitalizzare le opportunità derivanti da misure di stimolo quali il Superbonus 110%, la Zona Economica Speciale Unica e, soprattutto, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
A livello provinciale, il quadro assume contorni ancora più marcati.
Siracusa spicca con un balzo del 44,7% del PIL reale rispetto al 2019, segnando un’espansione quasi inaudita.
A seguire, Caltanissetta (+13,5%), Milano (+12,9%), Taranto (+12,6%) e Teramo (+12,1%) testimoniano un’accelerazione significativa.

Tuttavia, la strada verso la piena ripresa non è lineare: otto province su cento non hanno ancora recuperato le perdite accumulate durante la crisi, con Genova (-2,2%), Frosinone (-2,6%) e Firenze (-2,9%) che si trovano in condizioni particolarmente delicate, sebbene Firenze sia proiettata verso una crescita del +1% nel 2025.

Nonostante i progressi, le disparità territoriali rimangono un elemento strutturale dell’economia italiana.

Il divario nella ricchezza pro capite, indicatore cruciale del benessere economico, si fa sentire con particolare acuità.

Nel Nordovest, il PIL per abitante raggiunge i 46.817 euro, mentre nel Mezzogiorno si attesta a 25.637 euro, evidenziando una frattura che richiede interventi mirati e politiche di convergenza.
Il Presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, ha sottolineato come questi dati confermino l’efficacia delle politiche economiche implementate dagli esecutivi regionali di centrodestra, evidenziando la riduzione delle ore di cassa integrazione, l’aumento delle entrate tributarie, l’azzeramento del disavanzo e la crescita di imprese e occupazione.
La sfida ora è consolidare questa traiettoria positiva, accelerando le riforme strutturali, stimolando gli investimenti e puntando su un modello di sviluppo sostenibile e inclusivo che riduca le disuguaglianze e crei opportunità per tutti i cittadini siciliani.
La crescita economica, da sola, non basta: è necessario un approccio integrato che affronti le sfide sociali e ambientali, garantendo una prosperità condivisa e duratura.

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