Tragedia a Castel Vittorio: Lavoratore Muore, Indagine sulla Sicurezza

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Il tragico evento che ha visto perdersi la vita a Massimiliano Bona, 55 anni, operaio specializzato, il 29 agosto a Castel Vittorio, solleva interrogativi urgenti sulla sicurezza nei cantieri e sulla responsabilità nell’esecuzione di interventi in quota.

La caduta dal tetto del municipio, durante i lavori preliminari per l’installazione di un impianto fotovoltaico, configura un lutto che va ben oltre la perdita di un singolo individuo, toccando temi cruciali come la prevenzione degli infortuni e la tutela della dignità del lavoro.
Le indagini, condotte dai Carabinieri sotto la direzione del magistrato imperiese, si concentrano ora sull’analisi delle dinamiche che hanno portato alla fatale precipitazione.

L’ipotesi più plausibile, al momento, sembra essere quella di una grave carenza nelle procedure di sicurezza, specificatamente nell’ancoraggio corretto dell’imbracatura ai dispositivi di protezione individuale.
L’assenza di questo fondamentale collegamento, una misura elementare ma imprescindibile in lavori in altezza, ha trasformato una semplice ispezione preliminare in una tragedia irreparabile.

La ricostruzione degli eventi rivela come l’operaio, presumibilmente impegnato in un sopralluogo preparatorio all’avvio dei lavori, sia scivolato, perdendo l’equilibrio e precipitando in una stretta intercapedine, una sorta di cavità di circa quarantacinque centimetri di larghezza.
L’altezza, seppur non elevatissima – circa quattro metri – si è rivelata sufficiente a causare lesioni incompatibili con la vita.
I soccorsi, prontamente allertati, non hanno potuto fare altro che constatare il decesso.
Oltre al dolore per la perdita, l’incidente apre un dibattito fondamentale sulla cultura della sicurezza.

Non si tratta solo di rispettare le normative, ma di interiorizzare il concetto che ogni lavoratore ha diritto a un ambiente di lavoro sicuro e salubre.

L’iscrizione nel registro degli indagati del titolare della ditta per la quale Bona prestava servizio, con l’accusa di omicidio colposo, sottolinea la gravità della situazione e la necessità di accertare eventuali negligenze o omissioni che abbiano contribuito all’evento.
L’inchiesta dovrà approfondire diversi aspetti: la formazione specifica del personale impiegato, la verifica periodica dei dispositivi di sicurezza, l’adeguatezza dei piani di lavoro e la supervisione costante delle attività.
È necessario che il settore delle costruzioni, e in particolare quello delle energie rinnovabili, rifletta su questo tragico episodio, promuovendo un cambiamento profondo nella mentalità e nell’approccio alla sicurezza, per evitare che simili tragedie si ripetano.
Il lutto per Massimiliano Bona non può essere vano; deve essere un monito per tutti.

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